In carcere Bosco junior |Coinvolto in due blitz antimafia - Live Sicilia

In carcere Bosco junior |Coinvolto in due blitz antimafia

Giuseppe Bosco, figlio di un noto imprenditore catanese, ieri è stato arrestato dalla squadra mobile nell'ambito dell'inchiesta Bisonte 2 sul traffico internazionale di droga gestito dal Clan Cappello. Ad aprile era finito in cella (e poi scarcerato per decisione del riesame) perché indagato per associazione mafiosa nella maxi inchiesta Fiori Bianchi 3 che fece scattare le manette a più di 70 santapaoliani.

CATANIA – Giuseppe Bosco, 32 anni, sarebbe stato il finanziatore del gruppo dei Cappello per gli investimenti nel traffico di droga. Il figlio dell’imprenditore, ieri è tornato in cella, appena un mese dopo che il Riesame aveva deciso per la sua scarcerazione. Ad aprile era stato arrestato dai carabinieri per associazione mafiosa e detenzione di stupefacenti nell’ambito del maxi blitz coordinato della Dda Fiori Bianchi 3 che portò in manette 77 presunti affiliati ai Santapaola. Gli agenti della Squadra Mobile, ieri, si sono presentati a casa sua per eseguire l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Catania a seguito della richiesta dei Pm Pasquale Pacifico e Tiziana Laudani: l’operazione Bisonte 2 ha smantellato un’organizzazione catanese e campana dedita al traffico internazionale di cocaina nell’asse Spagna – Napoli – Catania tra il 2009 e 2010.

I poliziotti, ieri mattina, hanno suonato al campanello e alla richiesta di aprire la porta Giuseppe Bosco avrebbe preso tempo dicendo che si stava vestendo. Invece, gli agenti, appostati attorno all’immobile del suo domicilio hanno sorpreso l’uomo mentre tentava di sbarazzarsi di due panetti di droga gettandola fuori (insieme a un bilancino di precisione). La “merce”, che è stata rinvenuta e sequestrata dalla Squadra Mobile, al controllo è risultata essere cocaina del peso complessivo di oltre un chilo e seicento grammi. Appena sono scattate le manette ai polsi del figlio del noto imprenditore catanese, gli agenti hanno perquisito palmo a palmo l’intero appartamento e hanno trovato in un ripostiglio, nascosti in una scatola da scarpe, la somma di 42 mila euro circa, ordinate in mazzette diverse. Anche il denaro è stato sequestrato in quanto è ritenuto dagli inquirenti profitto dell’attività di spaccio di cocaina.

Il ruolo di Bosco all’interno dell’organizzazione del Clan Cappello arriverebbe secondo quanto ricostruito dagli investigatori dell’operazione Bisonte 2 dopo che Antonio Aurichella e Gaetano D’Aquino finiscono dietro le sbarre. La gestione della fornitura della droga sarebbe passata alle mani dei fratelli Querulo che si sarebbero appoggiati alla forza finanziaria di Giuseppe Bosco per gli investimenti illeciti.

In meno di due mesi il nome di Giuseppe Bosco viene scritto in due ordinanze destinate a due organizzazioni mafiose differenti (e in alcuni periodi anche contrapposte) della geografia della criminalità organizzata catanese: Santapaola – Ercolano e Cappello – Bonaccorsi. Nell’operazione Fiori Bianchi (ricordando che il riesame circa trenta giorni fa ha accolto la richiesta di scarcerazione presentata dai difensori) Giuseppe Bosco è ritenuto un presunto affiliato del gruppo criminale attivo Santapaola Ercolano nel cuore del quartiere San Cristoforo, detto della “Via Ottanta Palmi” (Via della Concordia), riconducibile a Salvatore Amato, già detenuto, e cugino di Nitto Santapaola. A supporto delle ipotesi investigative le dichiarazioni del collaboratore Gaetano D’Aquino che ha parlato della compravendita di cocaina con Salvatore Amato a 52mila euro al chilo e del presunto ruolo del figlio del re del catering e dei supermercati Antonino Bosco, non indagato. Ci sono precise dichiarazioni di D’Aquino sul rapporto tra Amato e Bosco proprio relativo alla gestione del traffico di stupefacenti, il secondo si sarebbe occupato dello spaccio per conto del primo. I titolari dell’inchiesta Fiori Bianchi 3 avviano una serie di attività di riscontro alle esternazioni del collaboratore, anche per appurare l’affiliazione di Giuseppe Bosco a cosa nostra catanese. Da una serie di intercettazioni e pedinamenti vengono ricostruiti diverse frequentazioni e amicizie dell’indagato, tra questi ci sono personaggi di “indubbia” provenienza santapaoliana.

L’ordinanza di ieri apre una nuova presunta vicinanza del figlio dell’imprenditore alla criminalità organizzata, questa volta al Clan dei Cappello anche se l’inchiesta Bisonte 2 si riferisce al 2009 -2010. Il sequestro della droga, però,nel corso dell’arresto apre valutazioni e riflessioni sul possibile ruolo di Giuseppe Bosco all’interno della gestione nel traffico di cocaina a Catania.

 


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