In fumo la narrazione di Crocetta |E' finito il bluff della rivoluzione - Live Sicilia

In fumo la narrazione di Crocetta |E’ finito il bluff della rivoluzione

Dopo la vicenda dei disabili, i vip inchiodano il governatore. E anche la stampa nazionale ormai lo ha scaricato.

PALERMO – Il re è nudo. Forse lo era da un pezzo. Per lo meno in Sicilia. Ma ormai la portata del bluff di Rosario Crocetta è di pubblico dominio dalle Alpi alle Piramidi. La narrazione della rivoluzione, lo storytelling dell’uomo che cambia le sorti di una regione dannata, tutto ormai è bello che andato in fumo. Se prima al di là dello Stretto ancora qualcuno ci cascava, e il governatore poteva cavarsela magari con qualche piazzata un po’ teatrale nello studio televisivo di Massimo Giletti, ormai il disastro di Palazzo d’Orleans è sotto gli occhi di tutta Italia.

Ci hanno pensato le superstar a infliggere il colpo (mediatico) di grazia al governatore. Le grida indemoniate di Pif prima, il carico messo da Fiorello poi, fino alla cassazione di Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti. Il disastro della Regione sulla vicenda dei disabili, che già costò la poltrona a Gianluca Miccicihè, ha definitivamente travolto l’approssimativo governo della Sicilia nell’era di Rosario Crocetta. E le sue ultime mirabolanti promesse di soldi, soldi e ancora soldi, oggi vengono accolte con qualcosa di più dello scetticismo. Il Corriere della Sera inchioda il governatore con un duro articolo di Gian Antonio Stella che domanda al governatore: “Sono soldi veri o luccicano come i fantastilioni di Paperon de Paperoni?”. E lo stesso Stella ricorda come in Sicilia non si riesca nemmeno a spendere i soldi che ci sono già a disposizione.

La musica è finita, gli amici se ne vanno. Anche quella stampa non sicula che per un pezzo è rimasta abbagliata dalla narrazione rivoluzionaria e antimafiosa del governatore più coccolato dalle televisioni. Nessuno ormai ci crede più a quello storytelling. Né la stampa, né gli opinion leader, né il partito di Crocetta, che fa orecchie da mercante ai suoi reiterati annunci di ricandidatura, né l’Assemblea regionale, che gli rifila sberle su sberle a ogni buona occasione, come accaduto in questi giorni nell’iter della tardiva finanziaria. Restano solo i rimasugli di un azzoppato cerchio magico. Ma ormai se ne vede la fine.

 


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