In Sicilia vincono proprio tutti? | No, ecco chi sono gli sconfitti - Live Sicilia

In Sicilia vincono proprio tutti? | No, ecco chi sono gli sconfitti

Dai trombati eccellenti ai partiti ridimensionati: chi festeggia e chi no per i risultati nelle Isole.

Europee 2019
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PALERMO – Difficile stavolta dire chi ha vinto. Perché in Sicilia, una volta tanto è proprio vero, come si sente dire alla fine di tutte le elezioni, che hanno vinto un po’ tutti. I risultati delle Europee, infatti, nell’isola hanno portato gioia o per lo meno consolazione a quasi tutto lo spettro politico. Sia a chi ha trionfato altrove e ha avuto conferme qui, come Matteo Salvini, che ha costruito il suo pauroso 34 per cento nazionale anche grazie all’impronosticabile solo due anni fa 20 (quasi 21) per cento siciliano. O come Giorgia Meloni, che ha superato alla grande lo sbarramento anche grazie all’ottima performance siciliana (7,6 per cento). Sia a chi ha subito un crollo tragico a livello nazionale ma qui in qualche modo ha tenuto, come i grillini, che pur perdendo una barcata di voti nell’Isola si confermano primo partito (ma con 17 punti percentuali in meno rispetto alle Politiche, se c’è qualcuno che ha poco da festeggiare sono i 5 Stelle), o come Forza Italia, che in Sicilia viaggia su percentuali doppie rispetto al risultato nazionale. Persino il Pd, pur senza fuochi d’artificio, incassa in Sicilia un risultato discreto, per lo meno un’attestazione di esistenza in vita, in risalita rispetto agli ultimi test elettorali.

Quanto ai singoli, come si chiamano i vincitori? Sicuramente Matteo Salvini, il più votato nell’Isola. Le sue candidate donne (Tardino e Donato), apprezzate dai piani alti del Carroccio, hanno sbaragliato la concorrenza. Vincitore è senza dubbio Gianfranco Micciché ma anche Cateno De Luca, che ha fatto sentire tutto il suo peso in questa competizione nella lista di Forza Italia (che fa il pieno a Messina, lì dove Milazzo costruisce la sua vittoria su Romano). Vincitore è Pietro Bartolo, che ha sommato tanto voto d’opinione al voto d’apparato delle più svariate provenienze, con una platea vasta di big che hanno cercato di mettere il cappello sulla sua elezione (e che gli hanno portato i voti). Vincitore è Dino Giarrusso, la iena che va all’Europarlamento. E vince Raffaele Stancanelli, che salutata Diventerà Bellissima ha portato 30mila preferenze a Fratelli d’Italia, pescando probabilmente in quei forzisti di destra usciti dal partito con Salvo Pogliese.

Ma allora, se tutti o quasi sono vincitori, non ci sono vinti in questa tornata elettorale? Ovviamente, così non è. L’elenco degli sconfitti è comunque lungo e doloroso. E si dovrebbe aprire in effetti proprio con il primo partito siciliano, il Movimento 5 Stelle, che sì, primeggia, ma perdendo tanti voti per strada (in termini assoluti il dato è tragico: da un milione e passa delle Politiche di  un anno fa a meno di 500mila voti). La sconfitta più amara è forse quella di Saverio Romano. L’ex ministro raccoglie una vagonata di preferenze, è il quarto forzista più votato d’Italia, l’ottavo candidato più votato nelle Isole, ma viene battuto per mille e rotti voti da Giuseppe Milazzo, su cui aveva puntato tutto Gianfranco Micciché. I grandi sforzi profusi attorno alla sua candidatura non bastano a spedirlo in Europa. Le urne erano state amare per lui anche alle ultime Politiche. In Forza Italia è andata male anche all’uscente Salvatore Cicu, che non ha bissato al buona performance di cinque anni fa raccogliendo meno di 30mila voti, davvero poca cosa. Tra gli uscenti non riconfermati anche Michela Giuffrida del Pd. La giornalista catanese è finita quarta, con 52mila preferenze, dietro anche al candidato sardo. Sconfitti, pesantemente, i big dell’apparato leghista Igor Gelarda e Angelo Attaguile, travolti dall’ondata rosa della lista leghista dove la spuntano Tardino e Donato. Sconfitta anche Alessandra Todde, la capolista voluta da Luigi Di Maio e finita solo terza, staccatissima dal duo siciliano Giarrusso-Corrao. Non è andata troppo bene neanche a Fabrizio Ferrandelli: il suo apporto alla causa di Più Europa non è stato esaltante in termini numerici e alla fine, per la lista europeista il modesto risultato in Sicilia (1,8 per cento) non ha aiutato nella difficile corsa per raggiungere lo sbarramento del 4.

 


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