"Incassava" le rate |al posto del padre usuraio - Live Sicilia

“Incassava” le rate |al posto del padre usuraio

Per non destare sospetti Antonello La Rosa avrebbe sfruttato il figlio, appena 13enne, per le sue attività illecite.

CATANIA – E’ il retroscena orripilante dell’operazione Civita, con cui la Guardia di Finanza ha assicurato alla giustizia cinque presunti usurai catanesi. Un padre che va ad incassare le “rate” del prestito portandosi dietro il figlio: 13enne testimone di come si comporta un perfetto “strozzino”. Il video diffuso dalla Guardia di Finanza raggela: in quell’esercizio commerciale, accanto a quel frigo dei gelati è poggiato un ragazzino adolescente che non dovrebbe, mai, assistere a scene dove i protagonisti sono violenza, minacce e sopraffazione. In alcune occasioni sarebbe andato lo stesso 13enne a riscuotere, al posto del papà. Da solo.

In questo momento Antonello La Rosa è solo un indagato e la costituzione italiana prevede la presunzione di innocenza fino alla condanna definitiva, ma se le accuse nei confronti del dipendente di una cooperativa di parcheggi fossero confermate allora la condanna non potrebbe essere solo quella di un imputato in un’aula di tribunale.

Le denunce delle vittime hanno permesso di scoperchiare un sordido meccanismo di vessazioni e minacce di cui erano bersaglio diversi commercianti del centro storico catanese. Da San Berillo, alla Civita passando per San Cristoforo: i cinque indagati avrebbero messo sotto scacco commercianti in pieno collasso e bisognosi di liquidità. La Rosa era uno degli esattori dell’organizzazione: aveva, insomma il compito di farsi pagare settimanalmente “le rate”.

Un uomo senza scrupoli quello disegnato dagli inquirenti: La Rosa non si sarebbe fermato davanti a nulla. Pur di farsi consegnare il denaro pattuito (con percentuali di interessi annui che hanno anche sfiorato anche il 160%). “Antonello” si sarebbe recato anche dentro una chiesa per intimare, lontano da occhi indiscreti, a una delle vittime la restituzione dei debiti già scaduti.

E sempre per non destare sospetti, La Rosa avrebbe sfruttato il proprio figlio di appena 13 anni per “condurre le illecite attività. Infatti – scrivono gli inquirenti – era solito inviare il minore presso gli usurati per riscuotere le rate settimanali. E ancora – aggiungono – si faceva accompagnare quando doveva recarsi dalle proprie vittime per minacciarle”. Ed è in uno di questi episodi che è stato registrato dalle telecamere e dalle cimici piazzate dalla Finanza.

“E’ un mese che mi prendi per il c….”. Afferma spazientito La Rosa rivolgendosi alla titolare di un esercizio commerciale.  “….Devi firmare la coppola…” E nell’avvicendarsi delle voci si percepisce la voce del 13enne che accompagna il padre Antonello… “…Zio Lorenzo” pronuncia in una frase quasi incomprensibile citando uno dei 5 arrestati (Lorenzo Saitta detto Il vecchio ndr). “Me lo chiami un attimo Lorenzo?- risponde la donna – che glielo dico io che deve aspettare domani!”. La Rosa perde le staffe: “Tu devi parlare con me! Devi dare i soldi a me!” La vittima cerca di spiegare: “Non sono le mie. Sono di un privato! Devo andare a firmare dal notaio… è gia tutto pronto!”. Giustificazioni, però, inutili. “Non ti seccare fatti dare i soldi” è la sentenza. Ed il video termina con La Rosa con in mano un bel po’ di contante.


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