Incendi a Piazza Armerina, in fumo 500 ettari di coltivazioni, boschi e pascoli - Live Sicilia

Incendi a Piazza Armerina, in fumo 500 ettari di coltivazioni, boschi e pascoli

Cinquanta vigili del fuoco, per effetto dei turni raddoppiati in tutta l’Isola, sono al lavoro da oggi per fronteggiare l’emergenza

Piazza Armerina – Alberi devastati dal fuoco, vegetazioni distrutte, case precauzionalmente evacuate, nella periferia della città, perché assediate dal fumo. E’ un’ecatombe. Agosto è appena agli inizi, ma già a Piazza Armerina, e nelle contrade limitrofe di Valguarnera e Aidone, si contano 510 ettari devastati dalle fiamme. Sono perlopiù fondi privati con piccoli boschi, coltivazioni e pascoli. Le ultime settantadue ore sono state un delirio. E la situazione è critica pure oggi, in contrada Scarante e a Piazza Armerina sud. Dopo l’incubo di venerdì, quando tra le 14 e mezzanotte sono partite almeno otto lingue di fuoco in zone diverse della città, e dopo i roghi di ieri in tutta la provincia, l’emergenza continua. Cinquanta vigili del fuoco, per effetto dei turni raddoppiati in tutta l’Isola, sono al lavoro da oggi per fronteggiare l’emergenza che riguarda, oltre a Piazza Armeria, anche contrada Baronessa a Enna bassa, la zona a ridosso della statale 288 in territorio di Aidone, le contrade Cafeci e Rossomanno di Valguarnera e l’area circostante la diga Olivo e Rabuttano, a Barrafranca. Al lavoro da giorni gli uomini della Forestale, la Protezione civile, polizia, carabinieri, mezzi aerei, canadair e tante squadre antincendio.

La Città dei Mosaici e i roghi, ricorsi storici che destano inquietudine

Ancora una volta, come già avvenne nell’annus horribilis del 2017 (un centinaio di persone intossicate, campagne in fumo, aziende agricole e agriturismi assediati dal fuoco, che non risparmiò neppure la riserva naturale di Rossomanno Grottascura), gli incendiari hanno messo in moto un’autentica strategia di accerchiamento a Piazza Armerina. Ieri mattina alcuni focolai avevano colpito contrada Furma, molto vicino ma in territorio di Valguarnera. Nel centro del mirino, però, c’è proprio la Città dei Mosaici, vittima designata dagli incendiari, che nei giorni scorsi avevano preso di mira con modalità analoghe il capoluogo ennese e, prima ancora, la zona tra Leonforte e Nicosia. Anche la provincia di Enna, in pratica, sembra al centro di una contorta partita a scacchi, una strategia impostata ad hoc e studiata nei dettagli per mettere in ginocchio agricoltori, amministrazioni e personale antincendio dei vari corpi.

La testimonianza del capo della Forestale a Piazza Armerina che intervenne venerdì: “I roghi non ci davano tregua”

“Non appena riuscivamo a organizzarci per contrastare un incendio, arrivava la chiamata in un’altra zona. E’ stato devastante”. Inizia così la testimonianza di Massimo Di Seri, comandante del distaccamento di Piazza Armerina della Forestale, che racconta gli interventi continui, durati ore, di venerdì. Secondo gli investigatori ci sarebbero pochi dubbi: i roghi sono tutti di matrice dolosa. “Si è trattato di qualcosa come otto diversi incendi in zone private, terreni privati, uno nel bosco comunale di Bellia, concentrati in poche ore venerdì pomeriggio e sera – aggiunge il comandante -. Siamo intervenuti per tutto il tempo cercando di salvaguardare e di mettere in sicurezza persone e cose. Appena giunti in un posto, arrivava già un’altra segnalazione”.

Il calcolo degli ettari in fumo e l’appello del sindaco: “Non lasciateci soli”

Nella morsa del fuoco, tra venerdì e sabato notte, boschi privati, conifere, vegetazione spontanea, terreni coltivati e incolti. Una stima approssimativa di oltre 100 ettari in fumo, che vanno ad aggiungersi ai 230 ettari distrutti nei giorni scorsi e altri 180 domenica 25. L’impressione, tra gli inquirenti, è che venerdì 30 gli incendiari non abbiano lasciato nulla al caso, sfruttando tutti gli elementi a favore della propagazione del fuoco. Tra le situazioni più complesse, le case evacuate per alcuni minuti – non è noto esattamente quante famiglie abbiano dovuto temporaneamente lasciare le loro abitazioni – per consentire il lavoro di spegnimento e evitare rischi connessi al fuoco e al fumo denso; e l’azione in emergenza di tanti allevatori, che hanno avuto difficoltà enormi a salvare gli animali. Le fiamme hanno minacciato anche il bosco Bellia, a ridosso della base del reggimento Aosta dell’esercito. “I comuni non possono far fronte da soli a questa situazione – afferma il sindaco di Piazza Armerina Nino Cammarata -. Immaginate poi un comune in dissesto come il nostro. L’ho anche detto alcuni giorni fa al prefetto: noi dobbiamo far rispettare le norme che impongono la pulizia dei terreni privati, ma ci vuole maggiore controllo e più attività volte a prevenire. Quindi ci vogliono fondi”.


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