PALERMO – Il governo regionale vince la corsa contro il tempo per salvare i fondi Pnrr della formazione professionale ma alla fine l’assessore al ramo, Mimmo Turano, è costretto a ringraziare, oltre alla maggioranza, anche l’opposizione per il “senso di responsabilità dimostrato”. Finisce così una giornata vissuta sul filo del rasoio, con il governo che presenta un ddl ‘last-minute’, che passa velocemente dalla commissione Cultura e arriva nella stessa giornata a Sala d’Ercole.
Un ingorgo legislativo precipitato su un Parlamento che da tempo era proiettato sulla manovra quater e che, di colpo, è stato di colpo catapultato in una discussione su una modifica della riforma della formazione professionale datata 2019.
Perché ora il ddl Formazione professionale
Si tratta di una legge che modifica il catalogo dei corsi della formazione professionale e attribuisce un maggiore valore ai tirocini nelle imprese. L’intervento legislativo è stato richiesto dall’Unione europea che con i fondi Pnrr finanzia una parte dei corsi. Ogni Regione beneficiaria dei fondi aveva però tempo fino ad oggi per varare le modifiche con un’apposita legge. Una dead-line che ha costretto l’Ars a correre per approvare il ddl.
L’ingorgo legislativo all’Ars
In bilico cento milioni di euro (la fetta di Pnrr assegnata all’Italia per questa particolare misura), come anticipato dal Giornale di Sicilia. Lo Stato, però, secondo le regole del Pnrr, avrebeb poi potuto chiedere alla Sicilia quei soldi non ottenuti dall’Ue. Da qui la corsa dell’assessore alla Formazione a mettere in piedi la norma. In un primo momento si era pensato ad un emendamento alla manovra quater ma in seguito, visto l’allungamento dei tempi delle Variazioni di bilancio, si è deciso di optare per un ddl ad hoc che però, di fatto, finisce per intralciare i lavori di Palazzo dei Normanni stravolgendone l’agenda.
Opposizioni sul piede di guerra
Il testo, approvato dalla commissione Cultura con una seduta-lampo questa mattina, è giunto così in Aula (relatore Fabrizio Ferrara) dove però le opposizioni non hanno nascosto il loro disappunto. Opposizioni per nulla tenere con Turano e il governo, così come anticipato in mattinata dallo stesso coordinatore regionale M5s Nuccio Di Paola, che era arrivato a chiedere le dimissioni dell’assessore giudicato “colpevole” del ritardo.
“Abbiamo saputo di questa scadenza soltanto a fine agosto – si è difeso in aula Turano -. Quando ho capito che non c’erano più i tempi per l’emendamento, ho chiesto di incardinare un ddl nuovo”. Netta la risposta di La Vardera: “Non voterò contro questo ddl perché utile ai siciliani ma non intendo essere presente in aula per un governo che tratta i deputati come i suoi servi”, le parole della ex Iena.
Le paure del mondo della formazione professionale
Fuori da palazzo dei Normanni, intanto, sono arrivate le preoccupazioni del mondo della formazione professionale siciliano. Le associazioni datoriali degli enti di formazione professionale accreditati Anfop, Assofor O.D, Asef, Cenfop Sicilia, Forma Sicilia, Forma.Re, Iform, Federterziario, assieme all’organizzazione sindacale Ugl Scuola-Formazione, hanno espresso “ferma contrarietà e profonda preoccupazione per il contenuto del disegno di legge”. Gli enti temono di essere cancellati dalla galassia della formazione professionale con un ddl mai discusso con gli operatori del settore. “Non stiamo stravolgendo la legge che regola la formazione professionale, né ampliando la platea degli enti”, ha rassicurato Turano.
Il voto finale
In questo clima l’aula oggi è stata sospesa per due volte, poi le trattative tra i corridoi di Palazzo dei Normanni hanno sbloccato la situazione. Le opposizioni hanno rinunciato a boicottare il ddl, che è passato con 32 voti favorevoli e 22 astensioni, incassando il riconoscimento ufficiale del loro ruolo da parte di Turano: “Se non ci fosse stato il loro atteggiamento solidale il ddl non avrebbe visto la luce”. L’assessore, che ha esteso i ringraziamenti anche al governatore Renato Schifani e al presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, ha poi concluso: “Non c’è stata una distinzione tra opposizione e maggioranza”.
E infine, al telefono con LiveSicilia, l’assessore rivendica: “Abbiamo raggiunto un ottimo risultato, eliminando il disallineamento delle competenze. Adesso un giovane siciliano con un titolo acquisito nella sua terra potrà vedersi riconosciuta la sua esperienze in tutta Europa”.
Le reazioni al voto dell’Ars
Nel ‘dopo-gara’ il pd passa all’incasso. “Se oggi la Sicilia non ha perso 100 milioni del Pnrr e non ha fatto una figuraccia a livello nazionale, lo si deve soltanto al senso di responsabilità delle opposizioni e del Partito democratico – dice il capogruppo Dem Michele Catanzaro -. Siamo rimasti in aula e abbiamo garantito il voto, pur potendo scegliere diversamente. Lo abbiamo fatto per i siciliani, non certo per questo governo”. Secondo Catanzaro “ancora una volta siamo davanti ad un governo dell’improvvisazione, con un disegno di legge arrivato in aula solo all’ultimo minuto, senza programmazione, senza confronto e senza rispetto per il Parlamento”.
Rincara la dose il capogruppo M5s Antonio De Luca: “Con la richiesta di approvazione in zona Cesarini della norma salva fondi Pnrr sulla formazione professionale, l’assessore Turano e tutto il governo Schifani hanno dimostrato ancora una volta la loro totale approssimazione e mancanza di concertazione con il territorio e gli enti di settore – sottolinea -. Una norma arrivata in Ars in colpevole grave ritardo e con la richiesta di una approvazione in fretta e furia per non esporre il governo alla perdita di 100 milioni di euro, nonostante sapessero da mesi dell’esistenza di tale scadenza.
E ancora: “Risulta evidente che il governo e per esso l’assessore Turano hanno voluto evitare il confronto con enti e sindacati prima e con i partiti e i parlamentari dopo. Se da un lato le opposizioni hanno mostrato senso di responsabilità consentendo alla norma di approdare in Parlamento e di essere approvata, dall’altra il governo Schifani persevera nella sua totale e palese inadeguatezza a governare la Sicilia”.

