Ingrassia contro Bonomo | "Si credeva il Re Sole dell'Ars" - Live Sicilia

Ingrassia contro Bonomo | “Si credeva il Re Sole dell’Ars”

L'ex deputato regionale Mario Bonomo

L'ingegnere palermitano che ha smascherato il presunto giro di tangenti negli affari del fotovoltaico punta il dito in aula, a Palermo, contro l'ex deputato regionale.

TANGENTI NEL FOTOVOLTAICO
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PALERMO – Piergiorgio Ingrassia e Mario Bonomo sono seduti uno di fronte all’altro. Il primo sul banco dei testimoni. Il secondo, assieme al nipote Marco Sammatrice, su quello degli imputati.

L’ingegnere palermitano, arrestato e condannato a due anni con il patteggiamento, è diventato il grande accusatore al processo sul presunto giro di tangenti legato agli affari del fotovoltaico. In aula, a Palermo, punta il dito contro l’ex deputato regionale. Ricorda di quando Bonomo si definiva “Re Sole” per spiegare la sua capacità di “cambiare le leggi” perché, avrebbe detto, “io sono maggioranza” nel Parlamento siciliano. Frasi che Bonomo avrebbe pronunciato quando l’Api, il partito in cui militava prima di sfiorare la rielezione con Mps, stoppata solo dalla tagliola dello sbarramento, appoggiava il governo dell’ex presidente Raffaele Lombardo. Parole con cui Bonomo avrebbe lasciato intendere la sua capacità di condizionare le scelte della politica sui temi del fotovoltaico. Ancora di più di quanto fosse in grado l’altro onorevole finito sotto accusa in un altro processo: Gaspare Vitrano, ex deputato regionale del Pd.

“Sono frasi che non meritano replica – contrattacca l’avvocato di Bonomo, Paolo Ezechiele Reale – . Sono evidenti allucinazioni di chi non conosce il sistema dell’Ars o se lo conosce lo riferisce in modo assolutamente privo di fondamento. Chiunque sa – aggiunge – che un deputato singolo non ha alcuna capacità di incider su leggi importanti. È un modo colorito per spiegare cose che non sono spiegabili”.

Eppure Ingrassia rilancia rispondendo alle domande del pm Maurizio Agnello, pubblica accusa assieme a Sergio Demontis. Bonomo sapeva incidere nelle scelte della politica. Come quando, racconta l’ingegnere “fece mettere Trigilo assessore nel governo dei tecnici”. Era l’estate del 2012. Poco prima che Raffaele Lombardo si dimettesse sceglieva il siracusano Amleto Trigilo per guidare l’assessorato ai Beni culturali. Un imprenditore nel governo dei tecnici. Il nome di Trigilo era già saltato fuori nelle indagini difensive del legale di Vitrano, l’avvocato Vincenzo Lo Re. Trigilo, già vice presidente dell’Associazione piccole imprese di Siracusa, aveva cercato di procacciatore clienti disposti a investire nel fotovoltaico per presentarli a Bonomo, Ingrassia e Vitrano. Il lavoro di Trigilo era stato regolarmente pagato e certificato. Nulla di illecito. Secondo i legali era la dimostrazione che Ingrassia mentiva quando diceva di avere subito delle vessazioni da Bonomo e Vitrano. Sulla capacità di Bonomo di sponsorizzare un assessore l’avvocato Ezechiele Reale si domanda “come avrebbe fatto?. lo abbiamo chiesto a ingrassia che non ha rispsoto perchè non esistono rispose logiche”.

Quella di Ingrassia è stata la prima testimonianza al processo che vede imputati Bonomo e Sammatrice. Sono stati loro a scegliere il rito immediato. Si devono difendere dall’accusa di avere estorto tangenti a Ingrassia per evitare che le pratiche dell’ingegnere conoscessero intoppi amministrativi. Bonomo ha negato il pagamento della mazzette, sostenendo di essere stato socio di Ingrassia nella società Enerplus dalla cui vendita sarebbero derivati i 400 mila scovati a Lugano su un conto corrente denominato ognitanto e intestato a Sammatrice.


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