Sicilia e-Servizi: inchieste e veleni| Ingroia contro un magistrato - Live Sicilia

Sicilia e-Servizi: inchieste e veleni| Ingroia contro un magistrato

Antonio Ingroia e Rosario Crocetta

I retroscena all'ombra della società partecipata regionale. Sarà un autunno caldo.

PALERMO – Antonio Ingroia gioca la carta del sospetto Lascia intuire, neppure troppo velatamente, che i suoi guai giudiziari a Sicilia e-Servizi, archiviati due giorni fa, siano da attribuire a un “fin troppo solerte sostituto procuratore della Corte dei Conti, legato, sia da affinità parentali che da passati incarichi consulenziali, a uno dei difensori dell’ex senatore Dell’Utri, come noto, da me fatto condannare per concorso esterno in associazione mafiosa e oggi perciò in carcere dopo la condanna definitiva”.

Non lo cita per cognome, ma è contro Gianluca Albo che si scaglia l’ex pm oggi alla guida della società partecipata regionale. La Procura di Palermo ha archiviato l’inchiesta per abuso d’ufficio nei confronti di Ingroia, del governatore Rosario Crocetta e di alcuni ex assessori. Un’inchiesta penale sulle assunzioni a Sicilia e-Servizi che nasceva dagli accertamenti contabili di Albo per un presunto danno erariale. Ingroia non ha gradito il silenzio dei media sull’archiviazione dopo l’ampio spazio che era stato riservato alla notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati. E così ha preso carta e penna e ha scritto una lettera all’Huffingtonpost.

Alcuni passaggi della missiva sono ‘dedicati’ ad Albo che, secondo Ingroia, si sarebbe comportato “ignorando del tutto l’evidenza”, senza capire cioè che le sue scelte rispondevano, solo ed esclusivamente, a una logica di buona amministrazione. Per stigmatizzare il comportamento dell’ex collega Ingroia, innanzitutto, ricorda che è suo il merito di avere fatto condannare Marcello Dell’Utri. Poi, alimenta il sospetto: Albo che – scrive Ingroia – “pensò bene nell’aprile 2014 di accusarmi di un presunto danno erariale” è nipote dell’avvocato di Dell’Utri.

Ed ecco spiegate le “affinità parentali” e gli “incarichi consulenziali” di Albo che, negli ambienti giudiziari, ha fama di rettitudine e inflessibilità. Il magistrato contabile, nel 2003, era stato scelto come consulente dalla Commissione parlamentare d’inchiesta su Telekom Serbia, allora presieduta dallo zio di Albo, (è nipote della moglie, ndr), il senatore e penalista Enzo Trantino. La consulenza ci fu, ma a titolo gratuito. Albo, che si dimise, incassò solo poche centinaia di euro per il rimborso delle spese di viaggio.

Dalla Procura della Corte dei conti nessuna replica alle parole di Ingroia. Tutti i protagonisti sanno, però, che la vicenda non è chiusa. Innanzitutto perché resta da capire se è come l’archiviazione penale influirà sull’inchiesta contabile ancora in corso, ma soprattutto perché non è l’unico filone di indagine aperto.

Sicilia e-Servizi da mesi è sotto osservazione dei finanzieri della Polizia tributaria di Palermo, delegato proprio da Albo. Non c’è solo la vicenda delle assunzioni. L’ultima volta, poche settimane fa, i finanzieri sono andati nell’ufficio speciale per l’informatica della Regione siciliana che controlla anche Sicilia e-Servizi per acquisire una serie di documenti. Si indaga, infatti, su come la partecipata abbia speso e spenda grossi finanziamenti che provengono, tramite la Regione, dall’Unione europea. Si tratterebbe di progetti iniziati prima che Crocetta scegliesse Ingroia. Le ripercussioni, però, potrebbero incidere sul presente e sul futuro prossimo della partecipata regionale di cui l’ex pm è amministratore unico.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI