"Ingroia ha detto sì" | Nuovi veleni su Trinacria Onlus - Live Sicilia

“Ingroia ha detto sì” | Nuovi veleni su Trinacria Onlus

L'ex pm ha accettato l'incarico proposto dal governatore. Nel Cda anche la figlia di Piersanti Mattarella. Sugli ex Pip il presidente svela: "Due funzionari della Regione erano presenti in occasione dell'atto istitutivo della cooperativa. A che titolo?". Sul consulente Pezzini: "Nessuna incompatibilità".

LE PAROLE DI CROCETTA
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PALERMO – Ingroia riscuote il “placet” del governatore. Sarà lui a presiedere il Cda di Riscossione Sicilia, l’ex Serit. La conferma alle indiscrezioni diffuse già in mattinata da Live Sicilia arriva nel pieno di una conferenza stampa convocata, a dire il vero, soprattutto per fare luce sullo stato del bilancio regionale. Ma, visto che “di soldi” si sta comunque parlando, ecco la notizia: “Ho incontrato Antonio Ingroia – dice Crocetta – e l’ho scelto per guidare il Cda di Riscossione Sicilia. Lui ha detto di sì, ma adesso attendiamo l’ok del Csm. Come vice presidente – prosegue Crocetta – ho nominato l’avvocato Lucia Di Salvo, moglie di un magistrato. Componente del Cda sarà invece l’avvocato Maria Mattarella, figlia di Piersanti, l’ex presidente della Regione siciliana assassinato dalla mafia”.

Insomma, c’è il solito “condimento” legalitario-antimafia nell’annuncio del presidente. Che commenta anche le parole dell’ex presidente della Commissione antimafia, appunto, Beppe Lumia, che oggi durante una trasmissione televisiva accennava a una sorta di ostilità nei suoi confronti da parte di un’ala del Pd. “Con i rappresentanti nazionali del partito – commenta Crocetta – andiamo d’amore e d’accordo. Non è un mistero, invece, che col partito siciliano abbiamo diversi screzi. Qui forse non si è capito pienamente – aggiunge il presidente – che la politica oggi non si fa solo nei partiti tradizionali, ma anche attraverso i movimenti come i Megafono E io comunque – conclude – rimango un dirigente del Partito democratico, a tutti gli effetti”. Ma al Megafono potrebbe adesso avvicinarsi proprio Ingroia: “Non ne abbiamo parlato. Ma non lo posso escludere”, chiosa il presidente.

Che invece prova a spazzare lontano le voci su un conflitto di interessi, se non addirittura di una incompatibilità del consulente Antonello Pezzini, individuato per coordinare il “Patto dei sindaci”. “La Regione non vuole fare nessun affare col Patto. Ma non vogliamo nemmeno che lo facciano altri, per di più vestendo i panni dei moralizzatori. Il figlio di Pezzini ha un’impresa? E allora? Non si può? Pezzini – precisa Crocetta – ci sta aiutando a tenere i contatti con gli organismi europei visto che si occupa di questi argomenti, a livello europeo, da vent’anni. Gli diamo duemila euro al mese e non c’è incompatibilità, visto che la Regione non deve predisporre i bandi, ma solo dire ai Comuni come devono comportarsi per partire col progetto”. Il cosiddetto “start-up”. “Il patto dei sindaci – prosegue Crocetta – esiste dal 2008. La Regione non ha mai fatto nulla. Noi riusciamo a farlo partire, ed ecco sempre le polemiche: c’è sempre qualcuno che lo fa meglio. La cosiddetta Uat non esiste. Lombardo pensò di intervenire attraverso Sviluppo Sicilia, ma poi non se ne fece nulla. Noi non abbiamo istituito nessuna cabina di regia, ma una commissione di esperti per lo start-Up, per spiegare ai Comuni come partire. Si tratta di dieci persone. Che pagheremo duemila euro al mese”.

Infine, nuova puntata sulla vincenda “Trinacria Onlus”: “Ancora non abbiamo trovato nessun documento – dice Crocetta – che certifichi un patrocinio, una convenzione. Abbiamo trovato solo l’atto costitutivo della cooperativa. Ma i dubbi, invece di diminuire sono aumentati, visto che davanti al notaio, in occasione della nascita di quell’atto, c’erano due funzionari della Regione. Ho già scritto loro per sapere se erano lì per conto della Regione, o a titolo personale. Per quello che ne sappiamo – conclude Crocetta – c’è una chiara violazione delle legge e del contratto. E interverremo di conseguenza”.


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