Uscenti, donne e icone dell'antimafia | Ecco la squadra di Ingroia per le Politiche - Live Sicilia

Uscenti, donne e icone dell’antimafia | Ecco la squadra di Ingroia per le Politiche

Antonio Ingroia

Lo schieramento che sostiene la candidatura del pm palermitano lavora alle liste. In pole position l'uscente di Idv Fabio Giambrone e Giovanna Marano. In campo dovrebbero scendere anche il segretario di Rifondazione Antonio Marotta, Franco La Torre e Tina Montinaro. Non è ancora chiaro il futuro di Ignazio Messina e di Pippo Russo. La Monastra critica: "Si ripropongono i soliti riciclati". E Ingroia scrive a Livesicilia.

La "rivoluzione"
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PALERMO – Le Politiche si avvicinano sempre di più e anche in Sicilia si cominciano a fare i conti con liste, raccolta delle firme e candidature per Camera e Senato. Un risiko che sta coinvolgendo tutti i partiti, ma che ne sta mettendo alcuni più in difficoltà di altri. In particolare a essere in subbuglio è la costituenda coalizione di Antonio Ingroia, quella Rivoluzione civile dalle tinte arancioni che si propone come un quarto polo a sinistra di Pd e Sel e che comprende Rifondazione comunista, i Comunisti italiani, i Verdi, Italia dei Valori e movimenti come Alba, oltre a personalità di spicco come i sindaci di Napoli e Palermo.

Un cartello elettorale che, però, sta incontrando più di una difficoltà sia per la raccolta delle firme che per la coabitazione di forze politiche che negli ultimi anni sono state distanti le une dalle altre e che ora il Porcellum costringe a una collaborazione forzata. Con tutte le conseguenze del caso. Sondaggi alla mano, gli arancioni di Ingroia dovrebbero centrare il 4 per cento necessario per eleggere tra i 20 e i 30 deputati a Montecitorio, mentre sarebbe proibitivo l’8 richiesto per Palazzo Madama. Una previsione che riduce anche gli spazi per i candidati siciliani. Nel 2008 solo Idv riuscì a superare lo sbarramento, eleggendo due deputati e un senatore: Domenico Scilipoti, Ignazio Messina (grazie al fatto che Leoluca Orlando optò per un altro collegio) e Fabio Giambrone. Ma adesso le previsioni parlano di appena due parlamentari, per l’appunto alla Camera. Peccato che i posti, però, vadano suddivisi per più partiti.

E se in molti danno per scontato il posto da capolista per Antonio Ingroia, l’attenzione di sta concentrando sulle seconde posizioni dei due collegi isolani. E sono in tanti ad essersi messi in fila per centrare il salto in Parlamento o la riconferma. “La verità è che si deciderà a Roma quanti posti spetteranno ai partiti – dice un dirigente dietro anonimato – le trattative ancora sono in alto mare”. Trattative frenetiche che però avrebbero già prodotto alcuni risultati. I due posti “garantiti” potrebbero andare a Fabio Giambrone, che per questo si candiderebbe alla Camera e non più al Senato, e a Giovanna Marano in quota Rifondazione. Ma in lista dovrebbero trovare posto anche il segretario regionale del partito di Ferrero, Antonio Marotta, e alcun personalità legate direttamente a Ingroia come Franco La Torre, figlio di Pio, e la vedova Montinaro, Tina, oltre a Salvatore Borsellino, fratello del magistrato ucciso da Cosa nostra, su cui continua il pressing.

Candidature di stampo anti-mafia, volute proprio da Ingroia per connotare, anche ideologicamente, le sue liste. “Ma anche se prendessimo 25 deputati – dice un dirigente di partito a taccuini rigorosamente chiusi – metà andrebbero ai vertici dei partiti e l’altra metà a esponenti della società civile. Per i big locali in Sicilia ci sarebbe pochissimo spazio”. Una considerazione che appare ancor più veritiera se rapportata ai mal di pancia che in questi giorni vanno crescendo soprattutto dentro Idv. I dipietristi, infatti, vedranno ridursi di un terzo i propri posti in Sicilia. Rimane da stabilire però la posizione in lista del deputato uscente Ignazio Messina. Ma dalle segreterie provinciali comincia a levarsi anche qualche voce di protesta, soprattutto da parte di chi si è candidato alle Regionali e non ce l’ha fatta, pur raccogliendo molti voti, per il mancato raggiungimento dello sbarramento. “Ancora non sappiamo nulla dei candidati – dice Giovanni Iacono, vicecoordinatore regionale di Idv, segretario provinciale di Ragusa e candidato alle Regionali – Giambrone sta seguendo la vicenda a Roma e aspettiamo che, come sempre, se ne discuta nel partito”.

Ma non è un mistero che, anche a Palermo, in molti siano rimasti spiazzati dalla possibile esclusione dai posti che contano del segretario provinciale Pippo Russo, risultato il più votato nel capoluogo dei dipietristi e il secondo in Sicilia. “L’ultima comunicazione ufficiale risale alla direzione regionale – dice un dipietrista – nella quale sia Orlando, sia Giambrone rassicurarono sulla valorizzazione di chi si è speso sul territorio alle Regionali. Ma a quel tempo neanche sapevamo neanche se ci saremmo alleati col Pd o con gli arancioni”. E se a Catania il gabbiano arcobaleno deve fare i conti con un commissariamento a causa delle dimissioni di Silvio Di Napoli, in rotta col partito per l’alleanza con Ingroia, a Messina sembra ormai sparito dalla scena il deputato già lombardiano Carmelo Lo Monte, dato in avvicinamento a Crocetta. Ma nel resto della coalizione non si respira un’aria migliore. “Sono in un momento di riflessione – dice Antonella Monastra del coordinamento Alba e consigliere comunale di Palermo – il progetto partiva come un progetto dal basso che poteva dialogare anche con le strutture politiche organizzate, che invece stanno prevalendo tanto da pensare a fare una lista dei soliti riciclati. Si doveva fare altro, non credo che così come si sta evolvendo il progetto riscuoterà grandi entusiasmi”.


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