Interviene l'Ordine nazionale: | "Atto intimidatorio" - Live Sicilia

Interviene l’Ordine nazionale: | “Atto intimidatorio”

L'Ordine dei giornalisti interviene a livello nazionale e regionale, con una durissima nota, circa la perquisizione a Livesicilia.

 

PALERMO- “C’è da rimanere sbigottiti di fronte alla nuova perquisizione – la seconda in quattro mesi, e la prima era stata ordinata dalla magistratura di Catania anche ai danni di altri due giornalisti – subita dal collega di Livesicilia Riccardo Lo Verso. Oltre alla ovvia e non formale solidarietà e vicinanza al validissimo e bravo cronista della testata online palermitana, il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Enzo Iacopino, e il presidente dell’Ordine di Sicilia, Riccardo Arena, invitano gli stessi inquirenti, e a questo punto anche le autorità preposte al controllo dei loro atti, a una riflessione: al di là del sistema e del metodo seguiti, al di là dell’evidente contrasto con le normative europee e con le pronunce della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo, sfugge infatti quale possa essere il senso del sequestro del computer, del telefonino, del tablet, della perquisizione della scrivania e dell’abitazione di un cronista che ha dato la notizia “secca” dell’interrogatorio di un mafioso detenuto, senza riportare alcun virgolettato né riassumere il contenuto dell’atto istruttorio, ma limitandosi solo a formulare ipotesi sulle intenzioni del boss.

Sfugge ma non troppo, in realtà, perché è chiara la valenza intimidatoria dell’iniziativa che, dal punto di vista investigativo, non ha senso alcuno né grandi possibilità di riuscita. Sfugge anche quanto sta avvenendo all’interno della magistratura siciliana e della Procura di Palermo, che ha avviato una sorta di contrapposizione unilaterale e durissima contro i cronisti, cacciandoli fuori dalla porta della Dda per asseriti motivi di sicurezza, quando poi – nel corso di una riunione tra magistrati e rappresentanti dei giornalisti – è stato detto chiaro e tondo, nella sostanza, che il vero motivo è quello di non averci tra i piedi. C’è una brutta aria, in questo momento, per chi fa cronaca giudiziaria a Palermo. Ai magistrati minacciati dalla mafia è andata e andrà sempre la nostra solidarietà. Rimane l’incapacità di capire perché questi attacchi – lo ripetiamo – unilaterali, che non riguardano un solo giornalista ma tutti i giornalisti”.

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