Intimidazione a Natale Giunta| Minacce alla madre dello chef - Live Sicilia

Intimidazione a Natale Giunta| Minacce alla madre dello chef

Lo chef che ha denunciato i suoi estorsori ha subito una nuova intimidazione. In quattro a bordo di un'auto si sono presentati dalla madre dell'imprenditore a Termini Imerese dicendo: "Ricordi a suo figlio che si sta avvicinando la ricorrenza" riferendosi all'anniversario della denuncia da parte dello stesso Giunta.

TERMINI IMERESE
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PALERMO – Un episodio tanto inquietante quanto allarmante. La madre di Natale Giunta non ricorda il modello della macchina. Non riesce a focalizzare se a bordo vi fossero due o quattro persone. Le parole, quelle sì, le sono rimaste impresse nella mente: “Ricordi a suo figlio che si sta avvicinando la ricorrenza”.

Impossibile non collegare quanto accaduto a Termini Imerese con la storia dello chef palermitano che ha denunciato e fatto arrestare i suoi quattro presunti estorsori. Anche perché il 12 marzo dell’anno scorso è il giorno in cui Natale Giunta, come ha ricostruito ai carabinieri, ha ricevuto la visita degli uomini de pizzo. Antonino Ciresi e Maurizio Lucchese si presentarono nel suo ufficio di via Enrico Albanese, a Palermo, per offrirgli la protezione del clan. Una protezione a caro prezzo: due mila euro a Pasqua e altrettanti a Natale.

Natale Giunta non pagò e fece sapere che non aveva i soldi per farlo. Si presentò ai carabinieri e fu l’inizio di una scia di intimidazioni. Prima trovò un biglietto nel tergicristallo della sua auto: “Mettiti apposto un fari usbirru pichi finisci mali”. Poi, gli bruciarono un furgone. Infine, gli fecero trovare una tanica di benzina davanti al ristorante che Giunta gestisce nella zona monumentale del Castello a Mare. La denuncia di Giunta ha fatto scattare l’arresto, oltre che per Ciresi e Lucchese, anche per Giuseppe Battaglia e Alfredo Perricone. Sono i due uomini che hanno avanzato, dicono i militari, un’inequivocabile richiesta di pizzo. La loro voce e’ stata registrata dalla microspie, ma entrambi negano con forza di essere uomini del racket.

Questa la cronaca fino al 27 febbraio scorso, giorno degli arresti eseguiti dai carabinieri nel Nucleo investigativo di Palermo. Da allora lo chef e’ un uomo che vive sotto protezione e ha incassato appoggio e solidarietà. A cominciare da quella di Confindustria Palermo. Ieri a tutto questo si è aggiunto l’episodio di Termini Imerese, popoloso centro della provincia palermitana dove vivono i familiari di Giunta. Una macchina che si avvicina all’abitazione con due, forse quattro, uomini a bordo e quell’invito a tenere a mente la “ricorrenza”.


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