Rita Borsellino, cosa ne pensa dell’intervista di Lombardo all’Espresso?
“Io non reagirei proprio a questa cosa, secondo me merita soltanto il silenzio. A partire da quel primo passaggio su Kabul, nel quale ha dimostrato irriverenza e grossolanità. Si è trattato di una battuta volgare, non solo per i nostri morti, ma per tutti i morti di quel territorio”.
Cosa ne pensa della sottolineatura sull’antimafia in casa Pd?
“Intanto mi chiedo chi gli dia il diritto di affibbiare cartellini di antimafia o, al contrario, di mafia, visto che ormai dice tutto e il contrario di tutto. Probabilmente ritiene che chi non stia con lui, sia dalla parte della mafia”.
La squadra chiamata in causa nella sua giunta legittima questa distinzione tra “bene” e “male”?
“Abbiamo aspettato che formasse il suo quarto governo, ma non abbiamo ancora visto un solo atto concreto. Nulla da dire contro le persone chiamate a far parte dell’esecutivo, ma oltre alle parole occorrono i fatti”.
Come per il piano rifiuti?
“Esattamente. I piani vanno bene, ma oltre a quelli sono necessarie le azioni. Se Lombardo non cambia ciò che sta a monte, come ad esempio nella gestione delle discariche, non cambierà nulla. È una vergogna che chi gestisce le discariche sia presente anche nelle società che si occupano della raccolta dei rifiuti. Perché bisognerebbe dare fiducia e carta bianca a colui che di fatto è stato l’artefice del disastro che dice di avere ereditato?”
Tornando alla dicotomia mafia-antimafia, si è sentita chiamata in causa?
“Io sono un deputato europeo eletto nelle fila del Partito Democratico. Anche se non sono tesserata e rivendico la mia indipendenza all’interno del Pd, è chiaro che mi sono sentita chiamata in causa. E non credo che il fatto di non sostenere il governo Lombardo mi collochi dall’altra parte della barricata che il governatore ha distinto”.