Ipab, lavoratori senza stipendio| “Dimenticati dalla Regione” - Live Sicilia

Ipab, lavoratori senza stipendio| “Dimenticati dalla Regione”

In provincia di Catania parliamo di cifre enormi: mancano all’appello anche trenta mensilità.

La Protesta
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CATANIA – Ipab, sindacati confederali e lavoratori in sit-in per tenere in vita gli Ipab siciliani. Gli occhi sono puntati sull’Ars che in queste ore potrebbe approvare, in seno al bilancio, un emendamento da sei milioni di euro per sanare parzialmente i ritardi nelle spettanze dei lavoratori degli Istituti pubblici di assistenza e beneficenza. “Nella provincia di Catania questo emendamento consentirebbe di dare una boccata d’ossigeno ai lavoratori che non percepiscono stipendi anche da trentasei mesi”, spiega il segretario della Fp Cgil Gaetano Agliozzo a margine di un incontro con il Prefetto.

Parliamo di cifre enormi. L’Ipab di Acireale è fermo a ventiquattro mensilità e cinque di retribuzione accessoria. I lavoratori di Paternò attendono quasi trenta stipendi. All’istituto Regina Elena di Catania mancano all’appello diciotto mesi di retribuzioni. “Una situazione drammatica”, chiosa il sindacalista. “Confidiamo nella sensibilità della compagine politica per avviare un processo di riforma che miri a salvaguardare queste strutture che da oltre un secolo in Sicilia rappresentano un riferimento importante per le fasce più deboli”. Si tratta di strutture che danno lavoro a circa duemila persone su tutto il territorio isolano.

Assistenza agli anziani, ma non solo. Da diversi mesi gli Ipab siciliani si prendono cura anche dei minori stranieri non accompagnati che fuggono dalle zone di guerra. Un lavoro certosino quello degli operatori che ogni giorno, nonostante le enormi difficoltà economiche, prestano servizio. L’assistenza ai minori comporta, tra le altre cose, un carico di lavoro maggiore per gli operatori e un accumulo di ritardi nei pagamenti perché il Ministero dell’Interno è in ritardo con i trasferimenti. Se i sindacati confidano nella politica, i lavoratori sembrano avere abbandonato ogni speranza. “Siamo qui perché la Regione non ci ascolta” dice Marianna Santini, Rsu della Cisl e lavoratrice della struttura di Acireale. “Siamo al collasso, c’è chi ha ricevuto decreti ingiuntivi, chi è monoreddito con figli a carico: ci hanno tolto la dignità”, aggiunge.

A Paternò le cose non vanno meglio, anzi. “La situazione è disastrosa, mancano all’appello circa 300 mila da Regione e quasi 500 mila dall’Asp”, spiega un’operatrice che non percepisce lo stipendio da trenta mesi. Eppure, insieme ad altri quindici colleghi, si reca a lavoro ogni giorno per accudire i ventinove ospiti della struttura. “Trenta mesi senza soldi sono troppi: non so se riusciremo ad andare avanti così”, sbotta. “Siamo stati dimenticati da Crocetta e dai deputati eletti in questo territorio”, accusa.

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