PALERMO – Una sentenza che potrebbe tramutarsi in un ciclone per la Regione. Il Tar ha infatti annullato la nomina di Salvatore Pirrone a dirigente generale dell’Irsap. Una sentenza dovuta al ricorso presentato da varie associazioni, tra cui Confindustria e Confartigianato. Un ricorso che puntava l’indice anche contro la nomina a commissario straordinario di Luciana Giammanco. Ma in questo caso, il ricorso è divenuto improcedibile a causa proprio delle recenti dimissioni del dirigente regionale scelto da Lombardo.
È rimasta in piedi, invece, la questione riguardante il dirigente generale. E la sentenza depositata dai giudici amministrativi potrebbe avere enormi ricadute nei confronti di molte delle nomine effettuate dal governo Lombardo dopo le dimissioni dell’ex presidente.
È proprio questo il punto: secondo i giudici, la nomina di Pirrone ha violato la legge cosiddetta “blocca nomine”. Una norma che puntava a stoppare, appunto le designazioni del presidente dopo la formalizzazione delle sue dimissioni. Una legge che ha visto “la luce” in Gazzetta ufficiale i primi di agosto.
E poco è servito, alla Regione, e all’Irsap, istituto difeso dal capo della segreteria tecnica di Crocetta, Stefano Polizzotto, richiamare il fatto che, nel momento in cui è entrata in vigore la “blocca-nomine”, l’iter di nomina di Pirrone fosse già in fase avanzata. “Sebbene la Giunta regionale – scrivono i giudici – abbia designato il predetto organo con deliberazione del 13.07.2012 – e, quindi, prima dell’entrata in vigore della l.r. n. 43/2012 (4 agosto 2012) – il Presidente della Regione ha adottato il decreto di nomina solo in data 13.09.2012”. E i giudici richiamano anche il passaggio della “blocca-nomine” che determina di fatto la nullità di quell’atto: “A decorrere dalla data di pubblicazione del decreto di indizione delle elezioni dell’Assemblea regionale siciliana e del Presidente della Regione, ai sensi dell’articolo 3 dello Statuto della Regione, ovvero dopo il verificarsi di una causa di conclusione anticipata della legislatura regionale di cui agli articoli 8-bis e 10 dello Statuto della Regione, – si legge – è fatto divieto al Presidente, alla Giunta ed agli Assessori della Regione, a pena di nullità, di procedere a nomine, designazioni o conferimenti di incarichi in organi di amministrazione attiva, consultiva o di controllo della Regione, in enti, aziende, consorzi, agenzie, soggetti, comunque denominati, di diritto pubblico o privato sottoposti a tutela, controllo o vigilanza da parte della Regione, in società controllate o partecipate dalla Regione”.
Così, la nomina di Pirrone è dichiarata nulla. E lo stesso potrebbe accadere a tutte le altre nomine di dirigenti decise dal governo Lombardo dopo la scelta di andare alle elezioni anticipate. Adesso, la palla passa al nuovo governo che ha “il potere-dovere – scrivono i giudici – di procedere alla nomina degli organi ordinari dell’Istituto,” entro sessanta giorni dall’elezione del nuovo presidente. Vale a dire, entro la fine dell’anno.
Crocetta adesso deve essere consequenziale, deve revocare in autotutela tutte le nomine illegittime di Lombardo senza attendere che si maturino altre sentenze.
Lo farà? Vedremo….spero di sì e spero che proceda a nominare esclusivamente interni per almeno 2 motivi:
1) valorizzare e premiare le tante forze sane e capaci presenti in Amministrazione;
2) risparmiare sui costi, come spesso dice ma, purtroppo, fin qui poco ha fatto