Istituto d'incremento Ippico |Musumeci attacca Crocetta - Live Sicilia

Istituto d’incremento Ippico |Musumeci attacca Crocetta

L'Istituto catanese andrebbe soppresso perché ritenuto inutile e dispendioso ed accorpato quello zootecnico di Palermo. La protesta dei lavoratori a Livesiciliacatania. Musumeci (La Destra): "La Regione deve puntare a "curare la malattia" ma non ad eliminare il malato".

L'azienda di incremento ippico
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CATANIA. “La soppressione dell’Istituto di incremento ippico sarebbe una scelta immotivata e irrazionale. La Regione non risparmierebbe un solo centesimo e metterebbe in pregiudizio un’attività che da oltre un secolo ha consentito il miglioramento della produzione equina nell’Isola.” Lo affermano i deputati regionali Nello Musumeci e Gino Ioppolo (La Destra), in una interpellanza urgente al governatore Crocetta, secondo il quale l’Istituto andrebbe soppresso perché ritenuto inutile e dispendioso ed accorpato quello zootecnico di Palermo. “L’eventuale accorpamento dell’Istituto di incremento ippico con l’altro ente palermitano – fa notare Musumeci – non produrrebbe alcuna economia, se non per i soli costi del consiglio di amministrazione: perché allora non ridurlo ad organo monocratico, magari anche a titolo gratuito? La Regione deve puntare a “curare la malattia” ma non ad eliminare il malato. Peraltro, l’Istituto ha appena varato un Programma di riordino, di riqualificazione e di rilancio, che prevede quattro azioni di intervento, fra cui l’apertura di un’area museale nei settecenteschi locali di Catania, appena ristrutturati, per ospitarvi decine di carrozze d’epoca, l’archivio storico ed il ‘Museo vivente del genoma equino autoctono’.

E’ su questo ambizioso programma – sottolinea Musumeci – che chiamiamo il governo Crocetta a fare una serena valutazione, senza escludere un più razionale e fattivo impiego dei quaranta dipendenti, assunti a suo tempo mediante concorso pubblico. Non vorremmo – conclude l’esponente de La Destra – che la furia del vento della novità a qualunque costo spazzasse via anche istituzioni che cercano nei vertici della Regione solo interlocutori attenti, sensibili e non prevenuti”.


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