PALERMO – A Santa Maria della Pietà alla Kalsa, chiesa della celebrazione per le vittime di mafia, presieduta dall’arcivescovo monsignor Corrado Lorefice, c’è un pezzo della storia dei giusti di questa città. Eccoli sulla scrivania della sacrestia i certificati di battesimo del giudice Paolo Borsellino e di don Pino Puglisi. Ed è emozionante scattare la foto, come se ancora si avvertisse il respiro di quel giorno e di quei bambini che avevano condiviso, in anni diversi, la stessa carezza di luce.
Il beato nacque e fu battezzato nel 1937, il magistrato nel 1940. Il parroco, don Giuseppe Di Giovanni racconta: “Sono due simboli del bene. Don Pino è stato mio professore di religione a scuola e poi mio padre spirituale. Ricordo la sua dolcezza e il suo modo inimitabile di rapportarsi”. Noi li immaginiamo, in quel momento pieno di letizia. Con i genitori orgogliosi, i parenti che fanno corona all’evento e le foto di rito. E immaginarli comunica un’immensa dolcezza-
Sono le strade e gli incroci irripetibili. Qui, tra le ampie navate, si sfiorarono, nel flusso del tempo, senza ovviamente saperlo, due bambini che avrebbero seminato i loro sentieri di speranza, per loro stessi e per gli altri. Nelle carte preziose della parrocchia c’è la traccia di un inizio. La storia sarebbe andata avanti fino al giorno del sacrificio di entrambi. (rp)
