La giornata mondiale dell'autismo | Lettera a una bambina - Live Sicilia

La giornata mondiale dell’autismo | Lettera a una bambina

Si è celebrata la giornata mondiale dell'autismo. Ieri sera manifestazione e fiaccolata al teatro Politeama di Palermo. LiveSicilia è accanto a tutte le famiglie che con coraggio affrontano una vita di difficoltà e speranza.

Fiaccolata al Politeama
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2 min di lettura

Quando il drago venne a prendere la bambina, io c’ero. Venne – di sera – con le sue ali invisibili e la trascinò nel suo fuoco. Lei stava dormendo, nemmeno si accorse di essere stata rapita. Continuò a dormire al sicuro, perché era molto amata e lo sapeva. Eravamo nella stanza accanto. Anche noi ci sentivamo al riparo. Mangiavamo pizza, bevevamo birra. Festeggiavamo perché la bambina – figlia dei nostri cari amici – era venuta al mondo. Io le avevo già regalato un libro: “La storia infinita”. Narra di un viaggio davvero infinito attraverso la meraviglia: questo era il mio augurio, la mia benedizione. Regalo sempre un libro a ogni bambino che nasce, per quanto ciò possa apparire stupido. Un giorno, quando avrà bisogno delle parole, le troverà accanto a sé, nel posto che non pensava.
Un medico osservò la coda del drago. E sentenziò: “Autismo”.

Ora che gli anni sono passati, ti guardo, un po’ di nascosto, un po’ da lontano. Ricordo i volti sereni dei tuoi genitori, la felicità. Erano talmente contenti che pareva avessero il cuore al posto delle labbra. Rammento il chiasso degli amici, alla festa di pizza e di birra. Nessuno volle credere alla sfortuna, all’inizio. La bambina crebbe. Seminò sguardi meravigliati nei cieli riflessi delle finestre che davano sui giardini. Sporse le dita per afferrare l’ombra e la luce. Inventò suoni e vocaboli sconosciuti.

Eppure cresceva poco. Negli occhi restava troppo bambina. Intesseva discorsi misteriosi con gli alberi. E quando ti fissava, tu provavi un brivido misterioso, come a essere scrutati in faccia da una nuvola con tutta la sua innocenza. Papà e mamma chiamarono a raccolta i dottori. Molti di loro cominciarono a scuotere la testa; insomma, non ne venivano a capo. Finché arrivò uno qualunque. Non aveva gli occhialini. Non aveva la borsa. Non aveva il cappello del mago con le comete dipinte. Non aveva niente, a parte la sua diagnosi. “Autismo”, disse.

Quando l’autismo venne a prenderti io c’ero, col mio stupido libro. Ho imparato ad amarti, senza conoscerti davvero. Ho amato e amo il coraggio dei tuoi e di tutti i genitori che lottano. Un giorno, forse, quel libro lo aprirai e lo leggerai. Magari scoprirai che i draghi sono creature terribili, sputano fuoco, fiamme, dolore, però si possono vincere con gocce di speranza. E hanno un pregio, unico, indimenticabile: le ali che ti regalano, per imparare a volare.

 


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