La crisi colpisce anche Prenatal| Otto marzo amaro per le dipendenti - Live Sicilia

La crisi colpisce anche Prenatal| Otto marzo amaro per le dipendenti

Sono giorni difficili per sei dipendenti della Prenatal. La crisi infatti colpisce anche la nota catena di abbigliamento per bambini: giù le saracinesche a quattro punti vendita a Palermo e a Partinico, i cui dipendenti, per la maggior parte donne, risulterebbero quindi in esubero.

Si è concluso ieri un nuovo incontro all’Hotel Jolly tra i sindacati e la direzione dell’azienda, che ha ribadito la posizione prevista dall’accordo nazionale. Oltre all’impegno del pagamento dell’indennità di preavviso, il contratto prevede incentivi per la fuoriuscita volontaria del personale in esubero. La cassa integrazione per la mobilità volontaria seguirà diversi step: 18 mensilità nette e piene per il primo quadrimestre, 12 per il secondo, sei per il terzo; benefici di cui non potranno godere le commesse attualmente in maternità, che potranno uscire dal periodo di astensione obbligatoria solo dopo che il figlio avrà compiuto un anno di età.

Nessuna apertura, per adesso, alla proposta di Filcams Cgil e Fisascat Cisl, che avevano suggerito di potenziare gli organici dei punti vendita che rimarranno aperti applicando la cassa integrazione a rotazione per tutti i dipendenti degli esercizi di Palermo Notarbartolo, la cui chiusura è prevista per il 30 aprile, e Partinico, dove Prenatal chiuderà già sabato prossimo. La trattativa sindacale proseguirà con un nuovo incontro nei prossimi giorni.

“Il contratto nazionale rivendicato dall’azienda va bene – spiega Mimma Calabrò, segretario generale Fisascat Cisl – ma non possiamo equiparare le possibilità di una donna che vive e lavora a Venezia, per esempio, con quelle di una donna che lavora al Sud”.

Secondo la sindacalista, infatti, resta “allarmante” il tasso di disoccupazione femminile nel Mezzogiorno, che “nel 2011 è risultato pari al 44 per cento”: “Oggi più che mai – ha affermato la Calabrò – il ‘lavoro in rosa’ sta nuovamente tornando a fare i conti con la discriminazione”. Le dipendenti Prenatal, come forse tante donne del Sud, questo otto marzo hanno avuto ben poco da festeggiare.

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