La dirigente si mise di traverso | Sicilia e-Servizi, le mail a Ingroia - Live Sicilia

La dirigente si mise di traverso | Sicilia e-Servizi, le mail a Ingroia

Crocetta e Ingroia

Il retroscena. L'allora dirigente dell'Ufficio partecipazioni Signorino e l'ex ragioniere generale Pisciotta chiesero a più riprese chiarimenti sulle assunzioni volute da Crocetta e Ingroia, chiedendo anche la revoca dell'incarico all'ex pm. Il governatore, invece, ha "cacciato" i due burocrati.

Procura della Corte dei conti
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PALERMO – Il danno, se c’è, è di appena tremila euro. Il Procuratore Gianluca Albo ha deciso di abbattere la contestazione di presunto danno erariale a una cifra poco più che simbolica. Carte alla mano, infatti, la dirigente Rossana Signorino aveva provato in tutti i modi a “stoppare” le assunzioni in Sicilia e-Servizi. Le stesse che hanno spinto la Procura a “rinviare a giudizio” il governatore Crocetta, l’ex pm Ingroia, sei ex assessori regionali e l’Avvocato dello Stato Giuseppe Dell’Aira. Oltre, appunto, a quella dirigente. Anzi, a due dirigenti. Perché la storia di Rossana Signorino è in qualche modo “parallela” a quella di Mariano Pisciotta. Le uniche voci a suggerire un po’ di cautela sono state le loro. Qualche mese dopo, sarebbero stati esautorati. La dirigente, dal vertice dell’Ufficio partecipazioni dell’assessorato all’Economia, Pisciotta addirittura dalla carica di Ragioniere generale.

Uno scontro sotterraneo, quello che emerge dai documenti agli atti della Procura della Corte dei conti. Una “guerra fredda” tra la burocrazia regionale e “pezzi” del cerchio magico del governatore. Una conflitto dalle conseguenze inaspettate. A difendere Pisciotta, ieri di fronte ai magistrati di via Cordova, era Stefano Polizzotto, uno dei più stretti collaboratori del governatore nella prima parte della legislatura. A difendere la Signorino, invece Gigi Rubino: “La dirigente – ha detto il legale – ha provato in tutti i modi a fermare quelle assunzioni. Ma Ingroia ha deciso di andare avanti. La mia assistita – ha aggiunto con un sorriso – non poteva mica intervenire fisicamente…”.

E il carteggio tra i dirigenti e Ingroia, come detto, è giunto sulla scrivania della Procura contabile. Quanto basta per abbattere la contestazione della burocrate a una cifra assai lontana da quella degli altri soggetti coinvolti nel procedimento. Perché? Cosa c’è in quelle carte?

Durante l’audizione di ieri l’avvocato Rubino ha riportato uno scambio di mail tra la dirigente Signorino, allora alla guida del Servizio partecipazioni, il gabinetto di Crocetta e Ingroia. È la fine del 2013. E la bozza del parere dell’Avvocato dello Stato (chiesto anche dalla stessa Signorino) è pronta. È il parere, per intenderci, su cui si baserà la delibera di giunta che aprirà alle assunzioni e sulla base del quale l’ex pm giustificherà le assunzioni stesse. Ma quel parere non convince la Signorino. È il 20 dicembre, ore 11.50. La dirigente invia una mail al ragioniere generale Mariano Pisciotta, al capo di gabinetto di Rosario Crocetta (in quei giorni era Gianni Silvia), all’ex assessore all’Economia Luca Bianchi, al suo capo di gabinetto Giulio Guagliano, al segretario generale Patrizia Monterosso e, appunto, al liquidatore di Sicilia e-Servizi Antonio Ingroia. “Letta la bozza di parere – scrive la Signorino – non so fino a che punto sia esaustiva per permettere all’amministrazione di compiere i passi relativi all’assunzione dei soggetti già Sisev. Gradirei raccogliere le vostre osservazioni”. È la fine del 2013. E quel parere – che verrà contestato dalla Procura contabile – non convinceva già la burocrate. Che riceverà presto una risposta. Appena venti minuti ed ecco la mail di Antonio Ingroia: “Infatti – scrive – non è l’amministrazione che deve farlo, ma Sicilia e-Servizi, e da questo punto di vista mi pare che il parere ci dia questo spazio, anzi addirittura lo imponga”. Non deve essere la Regione a occuparsi delle assunzioni, precisa l’ex pm, ma la società. Società, però, sulla quale quegli uffici regionali esercitavano un controllo, previsto dalle norme.

I dubbi della Signorino vengono quindi ignorati. Il parere dell’Avvocatura diventa “parte integrante” della delibera di giunta che dà il via libera alle assunzioni. Che in effetti partono subito, attraverso una selezione operata da una commissione creata da Ingroia. Ma anche su questo punto, la dirigente solleva più di un dubbio. E stavolta, con lei, a firmare la nota indirizzata a Sicilia e-Servizi è anche l’allora Ragioniere generale Mariano Pisciotta. È il 21 febbraio del 2014. I dirigenti chiedono a Ingroia “l’invio della copia dei contratti che codesta società ha sottoscritto con il personale. Si chiede altresì – scrivono Pisciotta e Signorino – di illustrare la procedura che codesta società ha adottato al fine di pervenire alle assunzioni in oggetto”. Insomma, i dubbi riguardano anche la modalità con cui sono stati contrattualizzati i 75 lavoratori di Sise. Un paio di settimane dopo arriverà la risposta di Ingroia. Quelle assunzioni, spiega il liquidatore della società, sono state effettuate “in esecuzione alle prescrizioni di cui alla delibera di giunta del 15 gennaio tenuto conto in particolare delle indicazioni espresse dall’Avvocatura dello Stato. Sono state contrattualizzate – prosegue Ingroia – 75 risorse già operanti in Sisev, così garantendo senza soluzione di continuità la gestione e l’erogazione dei servizi informatici per l’amministrazione regionale”. Ingroia poi fa riferimento alla commissione costituita per la selezione, composta dal docente di ingegneria Filippo Sorbello, dal generale della Guardia di finanza Umberto Rocco e dal generale dei carabinieri Domenico Balsamo. Ma anche su questa commissione i dirigenti solleveranno dubbi. E riscriveranno a Ingroia. È il 12 maggio del 2014. “Si chiede nuovamente – scrivono Pisciotta e Signorino – un chiarimento sulle procedure adottate per l’assunzione. Codesta società – proseguono – nell’inviare i contratti del personale, solo dopo la stipula e su sollecitazione di questa Ragioneria generale, nonha esplicitato chiaramente le procedure”. Quindi, sulla commissione: “La società – scrivono – può avvalersi di un solo consulente”, così i dirigenti chiedono se, come prevede la normativa, l’opera della commissione sia stata gratuita. Ingroia risponde una settimana dopo, ribandendo che quelle assunzioni sono il frutto di una delibera di giunta e di una precisa deroga presente nella Finanziaria del 2010 (“Una norma – ha commentato ieri il Procuratore Gianluca Albo – che rigurdava gli abitanti del paese alluvionato di Scaletta Zanclea”). E l’ex pm risponde anche che l’opera della Commissione non è stata gratuita: 16 mila euro il costo per quei tre commissari. Ma in quel caso, per Ingroia, si trattava non di “generici contratti di consulenza, ma contratti di collaborazione coordinata e continuativa”.

Una spiegazione che non convince i dirigenti. Che decidono infine di scrivere direttamente a Crocetta. E i burocrati spiegano al governatore che per quelle assunzioni non sono state messe in atto “procedure di evidenza pubblica obbligatorie”. Non solo, hanno ricordato come la creazione di una Commissione “a pagamento” violasse la norma che limita a uno il numero dei consulenti a disposizione della società. “La società in atto – scrivono – ha già un consulente, l’avvocato Costanza”. Si tratta, per la cronaca, dell’ex tesoriere di Rivoluzione civile, il movimento politico fondato da Ingroia. Non basta, secondo i burocrati, sostituire il nome “consulenza” con quello di “contratto co.co.co”. Anzi, per i dirigenti si tratta “di un tentativo di eludere la norma, rendendo impossibile anche in questo caso lo svolgimento del controllo analogo”. Il controllo che l’assessorato deve operare per legge su tutte le partecipate.

Gravi violazioni, per i dirigenti, che arrivano a chiedere a Crocetta “l’interruzione dei rapporti di lavoro illegittimamente instaurati con la società” e addirittura “la revoca dell’attuale amministratore unico di Sicilia e-Servizi”. Chiedono, insomma, di “cacciare” Ingroia da Sicilia e-Servizi. Richiesta evidentemente caduta nel vuoto. In compenso, pochi giorni dopo Rossana Signorino non sarà più alla guida dell’Ufficio partecipazioni. E pochi mesi dopo Mariano Pisciotta non sarà più il ragioniere generale.


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