La droga, il furto e il pestaggio: "Mezzo in coma in ospedale" - Live Sicilia

La droga, il furto e il pestaggio| “Mezzo in coma in ospedale”

Due clan allo scontro dopo l'affare della piantagione di marijuana andato male.
INCHIESTA STELE - LE INTERCETTAZIONI
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PALERMO – Da Cruillas a Isola delle Femmine, dove credevano di poter dare vita ad un nuovo business. L’idea, secondo quanto emerge dall’inchiesta “Stele” che ha fatto finire in arresto venti persone, era stata di Massimiliano Cataldo, nei clan guidati da Andrea e Domenico Cintura, che dettavano legge nei rioni alla periferia di Palermo, con l’ok dei boss. Il suo progetto era di realizzare una maxi coltivazione di marijuana nel terreno di sua proprietà a Isola. Ma non aveva messo in conto il furto di quelle piante, che avrebbe poi avuto conseguenze all’insegna della violenza più pura.

Le intercettazioni hanno permesso di ricostruire uno dei tanti episodi che hanno svelato le dinamiche in cui si muovevano le due associazioni criminali e, in questo caso, l’evoluzione di una vicenda sfociata in un pestaggio. “L’hanno portato mezzo in coma all’ospedale”, dicevano i complici di Cataldo, che finì nel mirino nonostante fosse il fratello di Ivan, un altro degli arrestati nel corso del blitz dei carabinieri. Si era messo in affari con il cugino, Gianluca Caruso e con altri affiliati del clan del Villaggio Santa Rosalia. La coltivazione era stata realizzata, ma una notte le quattrocento piante, in fase di essiccazione, furono rubate.

Un episodio che tra le due fazioni scatenò il caos, al punto che Cataldo fu minacciato per il mancato ricavato della vendita della droga e poi picchiato selvaggiamente. Quando capì che le cose si erano messe male, si rifugiò a Cruillas da ‘Buddha’, ovvero Salvatore Paolo Cintura, dove cercò in tutti i modi il fratello per chiedere ‘protezione’.

Chiamò Tony Buscemi:Hai il numero di mio fratello? Ho un problema grosso…ho bisogno di lui. Io sono qua a casa del Buddha per ora e non ho il numero di mio fratello compà. Ho chiamato a mia madre glielo ho detto pure se ce l’ha, ma dice che non ce l’ha”. A questo punto Cataldo chiese a Buscemi la restituzione di un oggetto: secondo gli inquirenti si trattava di un’arma. “Dimmi una cosa Tony…ma quella cosa ce l’hai sempre tu? Mi serviva .. hai capito ? Io a casa non ci posso andare…è successa una cosa troppo grave”.

Dopo il pestaggio, Buscemi ipotizzò che a tradire Cataldo fosse stato proprio il fratello Ivan, come viene a galla dalle ulteriori intercettazioni: “Si è venduto a suo fratello per il fatto dell’erba, proprio lo hanno distrutto a suo fratello ieri, lo hanno portato mezzo in coma all’ospedale”. Il resto del clan chiese cosa fosse successo, se l’avessero arrestato gli ‘sbirri’, ma Buscemi spiegò: “Ma che sbirri e sbirri, gliel’hanno rubata l’erba. Lui faceva il guardiano, ma gliel’hanno rubata. E quelli non ci hanno creduto. Io l’avrei ammazzato, io proprio lo avrei ammazzato a Ivan, e lui i revolver li ha pure, due ne ha, ma io già l’ho visto che è spaventato, non è tipo, lui parla, parla, perché ha pure un brutto carattere, ma io li conosco bene a tutti e due”.


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