Crimine e sangue: la famiglia Cintura da sempre al centro delle cronache

Furti, rapine e morti ammazzati| I Cintura, “dediti al crimine”

Dagli omicidi di mafia agli spaccaossa: da decenni al centro delle cronache

PALERMO – Una famiglia dedita al crimine. I Cintura, attenendosi al casellario giudiziario, sono da sempre al centro delle cronache. Nel solo blitz dei carabinieri di oggi sono stati coinvolti in sei componenti del nucleo familiare. Dei Cintura si iniziò a parlare nel 1975 quando fu assassinato il capofamiglia, Salvatore. Fu un omicidio di mafia.

L’omicidio di mafia

Il pentito Gioacchino La Barbera, che si autoaccusò del delitto, disse che Salvatore Cintura era stato eliminato per punizione. Aveva rubato in un cantiere controllato dai boss.

La rissa e il morto

Al padre sono subentrati i figli: Domenico, Andrea e Paolo. Nel 2005 scoppiò una rissa in via Piero Dell’ Aquila, nel quartiere di Borgo Nuovo. Finì malissimo. Ad avere la peggio fu Domenico Cintura, che aveva precedenti penali per rapina, ucciso cinque colpi di arma da fuoco, di cui quattro alla testa. A sparare fu Giocchino Campanella che disse di essersi difeso. a seviziata, possa essere stato occultato tra i rifiuti. Via Pietro dell’Aquila è la strada dove abitava Santina Renda, la bimba scomparsa nel nulla trent’anni fa. Il nonno materno, Carmelo Scurato, oggi è stato arrestato bel blitz.

Il fratello della vittima, Andrea, se la cavò con qualche ferita. Sarebbe stato lui, sostiene ora la Procura di Palermo, a prendere in mano le redini criminali della famiglia, appoggiato dai suoi figli e dai nipoti Salvatore e Marcello Domenico, figli del defunto Domenico.

Gli spaccaossa

Con il trascorrere del tempo si è creata una frattura familiare fra Andrea e il fratello Paolo. Nel 2017 Andrea Cintura è finito in carcere, circostanza che non gli avrebbe impedito di gestire la manovalanza. Il suo posto sarebbe stato preso dal figlio Domenico.

Le accuse dei parenti

Solo momentaneamente però perché anche Domenico Cintura è finito nei guai nell’ambito dell’inchiesta sui falsi incidenti organizzati dagli spaccaossa.

La sua gestione aveva creato malumori come dimostrerebbe la conversazione intercettata fra Marcello Domenico e Antonino Buscemi. “…. quando c’era Andrea che era oh? Neanche mi veniva la depressione, perché gli chiedevo cinquanta euro e me li dava”, diceva Niscemi.

E Cintura concordava: “… io lo aiutavo e mi prendevo pezzi di cinquanta, cento euro, no con questi butta sangue. All’elemosina ci stanno portando di nuovo”. Ancora Buscemi: “Quello Domenico è pericoloso, si intrica in tutte le cose non ha fiducia di nessuno, a nessuno completamente ti giuro”.


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