La finale, ricordo di Ciccio Famoso: Catania che notte ti sei regalato

La finale e il ricordo di Ciccio Famoso: Catania, che notte ti sei regalato

Il Massimino teatro di un momento determinante per la stagione

CATANIA – La tensione naturale, fisiologica e quasi necessaria si squaglia del tutto al minuto 17: nella cabala dei numeri, quell’uno e quel sette hanno portato tutt’altro che male. È al passaggio delle lancette nel secondo quadrante d’orologio che Emanuele Pio (nell’altra cabala, quella dei nomi, ecco la benedizione) Cicerelli fa esplodere il Massimino in un urlo di liberazione che non poteva più essere trattenuto. La seconda rete definitiva di Castellini sarà, invece, cabala a sé: la conferma di un talento destinato a ben altri palcoscenici.

Nel ricordo di entrambe le curve, di Ciccio Famoso – uno che questa partita l’avrebbe preparata e divorata a suon di cori, cancellando la sua stessa voce per diventare quella di tutti – va in scena la serata perfetta del Catania. Sono stati giorni non facili. Intrisi inevitabilmente di un certo nervosismo nel vedere una squadra che fatica ad ingranare e che pare buttare a mare tutto quello che fa la domenica (o il mercoledì) precedente.
Ma stavolta no. Questa volta, nonostante ben più di qualche metro concesso ad un ben quadrato Rimini nel corso della ripresa, non ci si è disuniti. Questa volta, come nel resto della Coppa Italia in corso, ci si è giocato davvero il tutto per tutto.

Ventimila persone ieri sera allo stadio per una squadra che in campionato arranca inspiegabilmente. Un sostegno continuo, dal sapore dell’eternità. La squadra lo ha recepito ed ha saputo far fronte alla situazione: c’è un progetto da proseguire ed una coppa, possibilmente, da alzare.
Lo avevamo azzardato: non è più tempo di analisi bensì di giocare a calcio. È quello che è accaduto contro il Rimini con i rossoazzurri che, di fatto e nonostante tutto, entrano nella griglia dei play off.

Che possa essere stata una svolta o meno, lo si vedrà immediatamente già domenica contro il Monterosi, sempre tra le mura amiche. Eppure il pensiero torna a ieri sera, prima volta nella storia in una finale di Coppa e bolgia dei 20 mila (dicasi 20 mila) irrefrenabile: ed allora ben sapendo di apparire banalissimi, come fai a spiegare tutto questo?


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