La libertà di stampa e quello che vorrei sapere - Live Sicilia

La libertà di stampa e quello che vorrei sapere

Il caso Report-Renzi.
SEMAFORO RUSSO
di
3 min di lettura

In questo Paese del Grande Fratello e di Uomini e Donne, programmi che hanno invertito la scala dei valori (prima diventi famoso poi vediamo se sei abile in qualcosa), spettacolarizzato i sentimenti più intimi rovinando intere generazioni di ragazzi, dei nullafacenti che diventano ospiti d’onore in talk show patinati… In questo Paese dei pregiudicati che pontificano dai Palazzi del potere, dei parlamentari asserviti alle lobby, agli ordini professionali e alle corporazioni, in cui più urli più sei citato, fotografato e ripreso, dove il colpevole attacca tra gli applausi e l’innocente deve difendersi in solitudine… In questo Paese in cui fascistoidi, razzisti, integralisti e rozzi personaggi passano per timorati di Dio ma invocano muri, fili spinati, blocchi navali e mitra spianati, nel quale non si riescono mai a scovare mandanti ed esecutori di stragi, omicidi eccellenti e non c’è modo di avere una Intelligence non coinvolta, attraverso infedeli agenti, in trame oscure e inquietanti disegni criminali a braccetto di terroristi e boss mafiosi… Ecco in questo Paese così malato, in cui una trasmissione (REPORT) manda in onda servizi che dovrebbero far tremare istituzioni, dirigenti dello Stato, potenti della finanza e dell’economia e invece non accade niente, anzi, si manifesta il tentativo di imbavagliare il giornalismo d’inchiesta, personalmente non sono interessato alla dinamica palesemente casuale che sta dietro il breve video inviato immediatamente al Fatto Quotidiano (ignorato per disattenzione) e poi a REPORT da un’insegnante trovatasi evidentemente nel posto sbagliato nel momento sbagliato (non per lei) mentre si incontravano in un autogrill Matteo Renzi e un alto funzionario dei Servizi segreti, Marco Mancini. Mi importa sapere piuttosto: come mai Silvio Berlusconi conosceva la data in cui Renzi avrebbe preso il posto di Enrico Letta a Palazzo Chigi (nel contesto del cosiddetto “Patto del Nazareno”); mi importa sapere perché Renzi, ex primo ministro e senatore della Repubblica, e un uomo di rango dei Servizi si son dati appuntamento, durante le manovre per rovesciare il governo Conte2, in un posto assai diverso dalle sedi deputate; voglio sapere il contenuto della loro conversazione; voglio sapere come sia stato possibile che Italia Viva abbia presentato un’interrogazione parlamentare contro REPORT sulla base di un dossier totalmente falso e come faceva l’interrogante, onorevole Luciano Nobili, a conoscere il nome di una fonte giornalistica coperta (fonte tra l’altro incontrata da REPORT una sola volta e che non ha voluto fornire alcuna notizia); voglio sapere cosa intendeva dire l’onorevole Nobili quando ha risposto al giornalista di REPORT: “Anche noi abbiamo le nostre informazioni”; voglio sapere cosa si nasconde nel confezionamento di false email tra il portavoce dell’ex premier Conte, Rocco Casalino, e il conduttore di REPORT Sigfrido Ranucci. Insomma, la verità, da cittadino di una repubblica democratica voglio sapere semplicemente la verità, merce rarissima in Italia. Pretendo da cittadino di avere delle risposte dinanzi a eventi così inquietanti e alla minaccia concreta di subdoli attacchi all’informazione libera. Dovremmo pretenderlo tutti, a gran voce. Purtroppo, al contrario, assisteremo probabilmente al seguente torbido teatrino: coloro che hanno il dovere di fornire spiegazioni accusano e i testimoni di strane riunioni appartate devono giustificarsi.


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