La maggioranza litiga: Schifani, stop alla luna di miele

La maggioranza litiga: Schifani, stop alla luna di miele

Acque agitate nella maggioranza. Come sarà il prosieguo di stagione?
LE POLEMICHE
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(Roberto Puglisi) La luna di miele del presidente Renato Schifani con le asperità del centrodestra in Sicilia sembra definitivamente giunta al termine, dopo parecchi oroscopi premonitori. C’è stato un momento in cui qualcuno ha visto in lui il ‘pacificatore’, l’eletto in grado di sistemare una comunità politica che, quaggiù, soffre dello stesso ‘bacillo dello scisma’, caratteristico della sinistra, che Montanelli addebitava a Fanfani. Ma, francamente, ci sarebbe voluto un supereroe. Al centrodestra, specialmente a Palermo e dintorni, piace tanto litigare.

Il centrodestra litigioso

Hanno litigato per il dossier del sindaco che è stato risolto in zona Lagalla, dal suddetto che, adesso, regna a Palazzo delle Aquile. Hanno stralitigato per la campagna di Palazzo d’Orleans, dando per scontato il tracollo del centrosinistra, come è accaduto. A quel punto è apparso il profilo di Renato il ‘pacificatore’, con un curriculum ad hoc. Personalità delle istituzioni. Uomo-pesca (fuori friabile, dentro durissimo). Berlusconiano, però prescelto da La Russa. L’inizio del mandato è stato assimilabile a una sinfonia collettivista di buoni propositi. Ma i tamburi di guerra politica non stanno tardando a suonare.

Precari e altro

Le questioni aperte sono incandescenti e in parte concrete, nel senso che, al loro interno, si scontrano correnti di pensiero differenti. Tuttavia, il legittimo sospetto chiama in causa proprio il montanelliano ‘bacillo dello scisma’. Si discute di qualcosa, come si discuterebbe di altro: l’essenziale e dividersi e fare in modo, con un occhio a Roma, che una fazione non prevalga sulle altre. L’elenco è noto. La vicenda dei precari Covid registra una spaccatura netta tra – in sintesi – proroghisti e gli altri. Una ‘linea di demarcazione’ su cui si misurano i meloniani e i forzisti. Il terzo mandato dei sindaci e il confronto (eufemismo) sulle amministrative si aggiungono a un quadro malmostoso.

La ‘battaglia’ della Sanità

C’è poi la ‘battaglia’ della Sanità, terreno molto ambito di consensi e potere che il governatore ha affidato a un tecnico come l’assessore Giovanna Volo, in sintonia con la sua visione delle cose. Un legame inossidabile che pare differente da quello diversamente solidissimo che univa Nello Musumeci e Ruggero Razza. Il marchio di fabbrica Musumeci-Razza era essenzialmente politico e quasi paritario, alla luce di un canto e di un controcanto che non hanno mai conosciuto spartiti differenti.

Schifani-Volo

Il duo Schifani-Volo è caratterizzato da uno sbilanciamento verso il primo che rende più debole la fisionomia complessiva della seconda. Infatti, il presidente è intervenuto più volte con una sorta di supplenza comunicativa. Ma i nodi più intricati hanno stretto in una spirale la cabina di comando dell’assessorato. Anche perché, forse, si ritiene che quella sia la breccia più prossima per cannoneggiare (metaforicamente, si intende) su Palazzo d’Orleans e rivendicare – senza dirlo – un posto al sole.

La fine della luna di miele

Sono tutti segnali e particolari che sottolineano la fine della luna di miele e l’incipit di un potenziale logorio, senza contare la variabile Miccichè. Il governatore accetterà il contesto o rafforzerà le cannonate a sua volta? Le divisioni di ieri sono state a fatica ricomposte e con strascichi intuibili. Di scossone in scossone si è arrivati alle crepe, ai diktat, alle facce sommessamente, feroci. Il prosieguo di stagione si annuncia tribolato. Non sono più i tempi dei pacificatori. Perché non lo sono mai stati.


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