"La mia ordinanza fissa le regole, la Sicilia non è una colonia" - Live Sicilia

“La mia ordinanza fissa le regole| La Sicilia non è una colonia”

Commenti

    Non è vero. Tutti i migranti sbarcati sono stati sottoposti a tampone e test. Peraltro come avrebbe saputo che ci fossero alcuni positivi se non avessero fatto il tampone? Nessun giornalista fa notare la fake news dei migranti non sottoposti a tampone?

    Musumeci con queste ultime mosse si è giocato il voto dei cattolici, il voto dei moderati, il voto dei liberali, il voto dell’elettorato proveniente da sinistra…Musumeci aveva la peculiarità che non parlava mai di migranti. Ora ha perso pure questa peculiarità. E rischia di non essere rieletto. Senza i voti cattolici e moderati in Sicilia la destra non può vincere.
    Poi il discorso di Musumeci è smentito pure dalla storia. I primi 2 focolai in Sicilia sono stati a Palermo: uno nell’albergo dei turisti bergamaschi, l’altro nella caserma dei carabinieri (dopo che un carabiniere era tornato dall’alto Adige)

    ora i focolai e il pericolo x la salute pubblica sono i migranti, per non parlare delle ricadute sul turismo e le conseguenti disdette a causa di queste perone che migrano x fini economici

    Nullo continua così con queste armi di distrazioni di massa. Quando, a breve, la gente non avrà nulla da mettere in tavola visto la tua totale inefficienza, ti rincorrerà con i forconi.

    Ottimo il provvedimento di Musumeci. La Sicilia e i siciliani vanno difesi dalla pilatesca incoscienza del governo nazionale.

    Bravo! Devono rispettarci a Roma!

    Musumeci, finalmente fai scendere la gente in piazza. >Hanno rotto i maroni, bastaaa

    Caro Musumeci capisco la sua ossessione per i Migranti ma si preoccupi di controllare prima di tutto i turisti provenienti dalla Padania leghista visto che è stata ed è tuttora zona altamente pandemica.

    Accogliere migranti e mantenerli non soltanto non è un dovere, come la sinistra ci vorrebbe fare credere, ma è addirittura un lusso che non possiamo permetterci. Tanto più oggi, sia perché stiamo attraversando un periodo di crisi, destinata ad approfondirsi nei prossimi mesi, sia perché l’accoglienza è diventata più salata proprio a causa della pandemia. Ai costi standard di vitto e alloggio a cui i contribuenti fanno fronte da lustri occorre aggiungere adesso quelli relativi all’assistenza sanitaria, che comprendono esami clinici (ripetuti più e più volte), cure mediche, farmaci. A queste uscite vanno sommate le spese per la sorveglianza 24 ore su 24 da parte dei militari delle strutture in cui vengono ospitati gli extracomunitari, i quali, qualora violassero l’obbligo di isolamento, diffonderebbero il contagio in una Italia ammaccata che ha da poco superato la tempesta. Ci sono poi le navi-quarantena, a cui l’esecutivo intende fare sempre più ricorso in seguito alle proteste che in questi giorni hanno infiammato le regioni meridionali, le quali si oppongono allo sbarco sul loro territorio di individui contagiati, quindi vettori di infezione.

    “Non è possibile rimpatriare persone in luoghi dove il cambiamento climatico non permette più una vita dignitosa” (Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite).

    Musumeci, finalmente, ha messo i puntini sulle i istituzionali: e ha dato dignità all’Isola. Ma non deve demordere. Poiché in questo governo sono in molti a considerare la Sicilia una colonia, nel senso peggiorativo di colonia penale. E purtroppo, di questa storia kafkiana, quello che più di ogni altra cosa fa rabbrividire, al riguardo, è il silenzio quirinalizio. Insomma, finalmente, il presidente Musumeci ha detto a tutte le prime cariche dello stato, ma proprio a tutte, bando alle ciance. E se poi dal Quirinale in giù, fino ad arrivare a Conte e alla Lamorgese, qualcuno vuole veramente cominciare a capire come si può fermare il business dei commercianti di carne umana, senza riempire d’oro le bisacce di Erdogan come ha preteso di fare la Merkel, al solo scopo di dirottare tutto questo inumano traffico sulle coste italiche, complice tutto l’arcipelago sinistro e la Chiesa di Francesco, basta che si vada a leggere il dossier “Sovereign Borders” per capire come “l’Australia ha definitivamente dissuaso i tentativi di sbarco degli immigrati”.
    E mentre tutto questo succede, Conte, tronfio e vanitoso più di un pavone, ha appena finito di dire di aver messo il freno in bocca al cavallo Benetton, ancora gli applausi di Di Maio e delle cosiddette teste d’uovo dei sempre loquaci uomini immagini del Pd sono nell’aria, e il titolo Atlantia fa un balzo in avanti del 25% in Borsa. Un record. A dimostrazione che a restare con il cerino acceso in mano è questo governo. Il governo dei flop. A ciascuno i suoi record, insomma. Capita che qualcuno sa sussurrare ai cavalli, e capita anche che qualcun altro pensa di saper vendere bene le sue ciance. Purtroppo, intanto, lo Stivale è preda di tutti gli sciacalli che affollano il mondo.

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