Il Tar decide: "La Monterosso | può restare al suo posto" - Live Sicilia

Il Tar decide: “La Monterosso | può restare al suo posto”

Il Tar ha respinto il ricorso di Alessandra Russo e Salvatore Taormina contro la nomina (prima compiuta da Lombardo e poi da Crocetta) dell'attuale segretario generale. E nel "dare ragione" al vertice della burocrazia regionale, ha ribadito che "i dirigenti di terza fascia non possono essere posti a capo dei dipartimenti".

PALERMO – Patrizia Monterosso può restare al suo posto. A capo della burocrazia regionale. La sentenza è di una ventina di giorni fa. Il Tar in quell’occasione ha respinto il ricorso avanzato da due aspiranti Segretari generali: Alessandra Russo e Salvatore Taormina. Ma non solo. In quell’occasione, la Monterosso ha compiuto un classico “contropiede”. Non solo lei può stare al suo posto. Ma i due dirigenti che hanno avanzato ricorso, non hanno alcun diritto di aspirare a quella postazione. Perché dirigenti di terza fascia. Coma la maggior parte degli attuali dirigenti generali.

Taormina e la Russo hanno impugnato il decreto di nomina del governatore Lombardo, che risale al 19 luglio del 2012 e la delibera con la quale il nuovo presidente Crocetta ha confermato la burocrate al suo posto. Era il 5 febbraio del 2013. In particolare, i due aspiranti segretari generali hanno eccepito il ricorso a un esterno per il ruolo di vertice della burocrazia regionale. Mettendo in dubbio, di fatto, l’effettiva ricognizione interna, riportata del resto già nella delibera di luglio della giutna Lombardo.

“Considerato che è stata condotta una attenta e puntuale verifica in ordine alla sussistenza di risorse interne all’amministrazione – si legge in quella delibera – in possesso dei requisiti professionali richiesti… considerato che il presidente della Regione rappresenta che la scelta della dott.ssa Giuseppa Patrizia Monteresso, professionalità esterna all’amministrazione che presenta un curriculum che colma appieno la particolare qualificazione ricercata e qualità aggiuntive non rinvenibili nei curricula dei dirigenti in servizio esaminati, è certamente idonea a realizzare la missione della segreteria generale, delibera…”. Professionalità che è stata ritenuta idonea, come detto, anche dall’attuale governatore Crocetta che ha deciso di mantenere in quel ruolo la Monterosso.

Secondo Taormina e la Russo, infatti, sarebbero tanti i dirigenti generali con “i titoli giusti” per svolgere il ruolo ricoperto da Patrizia Monterosso. Ma – ed ecco il contropiede del Segretario generale – tra i tanti dirigenti “papabili”, in realtà, secondo il Tar – che non entra nel merito dei titoli dei ricorrenti e della Monterosso – ne andrebbero esclusi parecchi. La maggior parte. Compresi proprio Taormina e la Russo. Tutti, insomma, i dirigenti di terza fascia.

E la spiegazione trova spazio nella sentenza del Tar che fa riferimento intanto alla “famigerata” legge 10 del 2000, secondo cui l’incarico di dirigente generale può essere conferito “a dirigenti di prima fascia, e nel limite di un terzo, che può essere superato in caso di necessità di servizio, a dirigenti di seconda fascia ovvero a soggetti di cui al comma 8”. Vale a dire a soggetti esterni all’amministrazione.

Sull’argomento tornerà l’Assemblea regionale nel 2003, con un ddl nel quale inizialmente si prevedeva che “l’incarico di dirigente generale può essere, altresì, conferito a dirigenti dell’amministrazione regionale, appartenenti alle altre due fasce, purché, in tal caso, gli stessi siano in possesso di laurea, abbiano maturato almeno sette anni di anzianità nella qualifica di dirigente”. Un’estensione ai dirigenti di terza fascia, che veniva però bocciata dal Commissario dello Stato. Così, la legge venne approvata senza quell’inciso. Gli incarichi di dirigente generale possono essere conferiti solo a dirigenti di prima fascia. In qualche caso a quelli di seconda. Ed eventualmente agli esterni (nei limiti successivamente previsti dalla ‘legge Brunetta’). Patrizia Monterosso, insomma, può restare al suo posto. Devono tremare, invece, i tanti colleghi posti al vertice dei dipartimenti regionali. Pur essendo “soltanto” dirigenti di terza fascia.


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