Il giorno delle mimose

Il giorno delle mimose

A Palermo manifestazione molto partecipata
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(rp) Una mimosa lunghissima da piazza Croci al Politeama. Diecimila persone. Diecimila voci, pacate ma forti. Quella in scena a Palermo è stata la grande manifestazione delle donne, nella domenica della loro dignità riaffermata. Molti uomini nel corteo. Ma le donne dimostrano di avere una marcia in più, una maggiore capacità di passione, un’analisi più giusta di eventi e lineamenti. Non abbiamo sentito cori scomposti, tranne qualche residuo comprensibile. Non abbiamo visto comportamenti sguaiati in scimmiottamento del Santanchè Style. Non abbiamo colto rabbia cieca, né violenza. Nessun giudizio su Ruby e le sue sorelle. Abbiamo accompagnato un sobrio e preciso momento di protesta civile, qualcosa che dà speranza come un’alba inattesa.

E non è un caso che ci siano le donne al centro della scena, protagoniste nell’ora più difficile, nei giorni della tentata prostituzione delle istituzioni repubblicane. Le donne hanno una maggiore equanimità, forse. Sono figure maggiormente “pubbliche”, cioè più capaci di concepire un destino di tutti e di portare avanti la responsabilità con decoro e misura. Chissà se questo dipende dalla madre che c’è in ogni donna. Noi possiamo solo riferire la cronaca. Un corteo coloratissimo, bello, interminabile. Un serpentone di donne giovani e meno giovani, di ragazzi, di uomini, trascinati alla ribalta nel dolce giorno delle mimose. Voci decise e pacate, senza retorica, messe lì a segnare la differenza, il dissenso di chi non si rassegna allo sputtanamento, inteso come mercificazione di ogni valore.

Vale ancora, alla luce dell’evento di Palermo e di altre città, l’obiezione che l’intelligente Giuliano Ferrara va scrivendo sul “Foglio”? Vale la critica di chi denuncia un riflesso moralista, srotolato furbescamente da una sinistra “immoralista, solo per nuocere a Berlusconi e per trasformarci tutti in un coro di puritani? In teoria, sì. Non per lo spettacolo di cui siamo stati testimoni, prima di abbandonarlo. Le persone della manifestazione di Palermo, col silenzio prima che con le parole e con la presenza, hanno iscritto nell’agenda quotidiana un bisogno di ritorno all’etica, piuttosto urgente, senza estremismi, né burka. Un sussurro fortissimo che va ascoltato.

Chi scrive ha pubblicato sabato sull’argomento un articolo esemplare per arroganza intellettuale e incapacità di comprendere. Non dovrebbe mai capitare. Ma, se capita, non c’è altro da fare che chiedere scusa.


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