La Regione bussa alla porta di Monti| Ma ancora manca il piano del Comune - Live Sicilia

La Regione bussa alla porta di Monti| Ma ancora manca il piano del Comune

Incontro a Palazzo d'Orleans fra la Regione e i sindacati. Domani i tecnici di Lombardo voleranno a Roma per chiedere aiuto ai ministeri e un nuovo summit è stato riconvocato per giovedì. Ma intanto manca ancora il piano del comune per il riordino delle partecipate. Il segretario di Asia, Salvo Barone (nella foto), si dice soddisfatto. E all'Ars è stato presentato un emendamento per dare subito 50 milioni alla Gesip.
EMERGENZA GESIP
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E’ stata un’altra giornata calda per la Gesip. Il sit in inscenato nel pomeriggio davanti Palazzo d’Orleans ha però sortito gli effetti sperati: si è tenuto infatti un incontro fra i sindacati e alcuni tecnici della Regione, capeggiati dal capo di gabinetto del governatore, Patrizia Monterosso, dal quale arriva qualche buona notizia per i lavoratori.

Domani e dopodomani i tecnici di Raffaele Lombardo voleranno a Roma per incontrare gli omologhi di alcuni ministeri, tra cui quello del Lavoro e quello della Coesione territoriale: l’obiettivo è quello di strappare un nuovo accordo di ferro tra Stato, Regione, Comune e Prefettura sul modello di quello del giugno scorso, che portò all’ordinanza di Protezione civile da 45 milioni di euro.

“Ma questa volta la storia dovrà essere diversa – dice a Livesicilia Patrizia Monterosso – lo stanziamento deve camminare di pari passo con la fase procedurale, ovvero con un piano che rappresenti una soluzione strutturale per l’azienda e per i servizi”. D’altronde, l’impegno di Palazzo d’Orlanes, lo scorso 29 marzo, era stato proprio questo: stop ad altri fondi a pioggia, sì ad interventi che si inseriscano in un piano di riordino complessivo dei servizi e delle partecipate anche in considerazione della scadenza del 31 dicembre, entro la quale bisognerà far entrare i privati.

Giovedì verrà convocato un nuovo incontro a piazza Indipendenza, con il commissario Latella, il prefetto Postiglione e il nuovo liquidatore, seguìto da un secondo con i sindacati, per aggiornare tutti i soggetti coinvolti sulle risposte giunte da Roma. Ma i problemi restano due e non sono indifferenti: c’è la questione tempo, visto che sabato scadrà la proroga, e la mancanza del piano di riordino, che il comune si era impegnato a fare pervenire entro il 15 aprile ma di cui ancora non c’è traccia. Una mancanza non da poco, di cui domani i tecnici del ministero chiederanno conto e ragione: da Palazzo d’Orleans si dicono però sicuri che Piazza Pretoria terrà fede agli impegni.

Anche perché il piano sarebbe solo il primo passo: a questo andrebbero aggiunti un processo di riqualificazione per i dipendenti e ammortizzatori sociali col benestare del ministero competente, sempre a condizione che tutti i soggetti coinvolti, comune in primis, facciano la loro parte e che la Regione intervenga, se necessario, anche economicamente.

Inanto, però, resta il problema di come garantire i servizi nel lasso di tempo che sarà necessario per mettere a punto il piano: l’unica soluzione percorribile sembrerebbe quella di una nuova proroga, stavolta non grazie alla Protezione civile ma a un ministero ancora da individuare. Una seconda ordinanza che, in quanto tale, non richiderebbe l’approvazione del bilancio comunale (come accadde lo scorso anno) e che dovrebbe assegnare alla Gesip servizi aggiuntivi, anche di natura ambiantale come il recupero di cave o la riqualificazione del fiume Oreto. Progetti per cui ci sono già i soldi e che andrebbero quindi solo sbloccati. E proprio sull’ordinanza dello scorso anno si è aperto anche un piccolo giallo: l’articolo 2 prevedeva, infatti, che il comune di Palermo facesse fronte, da lì in avanti, alle necessità dell’azienda solo con le proprie forze, mediante per esempio l’aumento delle imposte. Peccato che la disposizione, per quanto prescrittiva, sia stata disattesa visto che l’aumento è servito solo a riequilibrare il bilancio di Palazzo delle Aquile.

“Giovedì convocheremo tutti i soggetti coinvolti – ha aggiunto la Monterosso – anche per capire se ci sono residui o economie Gesip da poter utilizzare”. “Siamo molto soffisfatti di questo incontro – ha detto Salvo Barone di Asia – a questo punto aspettiamo di capire cosa succederà giovedì. Abbiamo presentato alla Regione il nostro piano per la società consortile, che abbiamo sottoposto mesi fa al comune, ma abbiamo scoperto che la conoscevano già e quindi può rappresentare una buona base di partenza”.

Ma la giornata è stata animata anche da un’altra notizia: Marianna Caronia ha presentato all’Ars un emendamento alla Finanziaria regionale per l’anticipazione al comune di Palermo di 50 milioni di euro proprio per la Gesip. “La strada del sostegno finanziario a Gesip da parte della Regione, per superare l’emergenza e garantire i servizi fino alla fine dell’anno, sembra l’unica percorribile”, afferma Pietro La Torre, segretario regionale della Uiltucs, al quale si sono associate le altre sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Ugl, Alba, Cisal, Conflavoratori e Fiadel. “Lanciamo un appello a tutti i deputati palermitani – dice La Torre – affinchè sostengano questa norma per garantire alla prossima amministrazione quel tempo necessario ad attuare una soluzione strutturale al problema. Siamo invece contrari – conclude il sindacalista – a delle soluzioni temporanee, con esigui contributi economici, che possano legare la vicenda Gesip agli esiti della prossima tornata elettorale”.


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