La ricetta dell'imprenditore |"Semplificare il fare impresa" - Live Sicilia

La ricetta dell’imprenditore |”Semplificare il fare impresa”

L'analisi dell'imprenditore Federico Rossi.

CATANIA – L’attuale depressione sappiamo che non ha origini in Italia ma è di portata mondiale, è in particolar modo l’Europa oggi a soffrire di più, e soprattutto è proprio l’Italia a non vedere ancora la “luce” al tunnel. Questo è accaduto perché nel tempo il nostro sistema finanziario, gestito da vari Governi (difatti non è un problema di “colore” politico), ha praticamente strozzato la ripresa. Ne deriva quindi che il grosso problema è focalizzato nella gestione della Finanza Pubblica. Le chiavi che permetterebbero la ripresa dovrebbero essere, a mio avviso, esattamente contrari, ossia diminuzione della tassazione, riduzione della spesa pubblica e ripresa degli appalti pubblici.

I giovani imprenditori chiedono solo una   cosa: semplificare il fare impresa in Italia.

Per affrontare e vincere la crisi gli imprenditori chiedono prioritariamente la semplificazione della burocrazia, del sistema dei controlli e delle verifiche.

I giovani imprenditori stanno da un lato attraversando le stesse difficoltà che possono avere i colleghi più anziani, ma dall’altro forse hanno la capacità di reagire con maggiore energia e anche di lasciarsi abbattere meno dalle difficoltà perché c’è po’ l’entusiasmo dato dall’età.

È necessario avere una grande fiducia in se stessi, perché se non credi in te stesso perché dovrebbero farlo gli altri, una grande voglia di mettersi in gioco, di fidarsi, grossissima capacità di resistenza allo stress sia fisico che mentale; poi curiosità, capacità di guardare in maniera aperta il mondo e quelli che sono i suoi cambiamenti e poi tanta, tanta voglia di mettersi in gioco.

Noi lavoriamo in un paese che è bellissimo, e che non cambierei mai al mondo, dove ci sono spesso anche delle opportunità in termini di persone, quindi collaboratori e risorse umane eccellenti, non a caso a volte le vengono a selezionare da paesi europei ed extraeuropei per portarli fuori. Quello che a noi manca in generale in Italia è un ecosistema favorevole  alle imprese e questo scoraggia molto gli investimenti, l’altra questione riguarda il livello di tassazione che esiste sul lavoro e sull’ impresa; in questo momento si parla molto anche di spread per cui di quanto costa il denaro; siamo in Europa in un mercato unico però un imprenditore italiano paga rispetto a un collega tedesco a parità d’impresa, di capacità e così via, il denaro almeno 6 punti percentuali in più e sono un’enormità; è solo a discapito nostro.

Chiunque può inventare e imporre tasse. L’abilità consiste nel ridurre le spese, dando nondimeno servizi efficienti, corrispondenti all’importo delle tasse; fissare le tasse in modo che non ostacolino la produzione e il commercio.

Le imprese sono pronte a fare il proprio dovere, ma devono essere messe in condizione di poter svolgere la propria azione sociale che è quella di creare ricchezza.

La crisi ci spaventa, ma non ci immobilizza, non ci ingessa, non ci ferma. Sappiamo che la ripresa del nostro Paese dipende in buona parte dalle dinamiche dell’economia mondiale. Lo sappiamo perché, per anni, abbiamo costruito con passione un

sistema imprenditoriale orientato all’esportazione, aperto al mondo pronto ad aggredire i mercati, anche sulla scorta di una domanda interna ferma da anni, in parte in virtù delle insufficienti liberalizzazioni, che non hanno “liberato” il reddito degli individui come avvenuto altrove in Europa. Ma sappiamo anche che, proprio a causa di tutti i vincoli che ereditiamo dal nostro passato, ci sono strepitosi margini per agire al meglio. Possiamo migliorare e dobbiamo migliorare. Solo in questo modo, potremo preparare il “dopo” la crisi. E far sì che quel “dopo” sia prima possibile.

La crisi è per tutti noi imprenditori una costante minaccia, ma anche una grande, potenziale opportunità. Minaccia i nostri fatturati, la sopravvivenza stessa delle nostre imprese, e con essa la nostra capacità di progettare, produrre, vendere e dare lavoro. Rende il nostro mestiere ancora più difficile. Ci costringe a una ancora più ostinata ricerca di occasioni per creare ricchezza. È qui che si svelano le opportunità.


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