La rinascita di Guajana?|Frenata dalla burocrazia - Live Sicilia

La rinascita di Guajana?|Frenata dalla burocrazia

Anticipazione da “S”
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Burocrazia batte pizzo. Almeno nel medio periodo. Perché il clima è pronto per ribellarsi al racket, ma dove si fermano gli uomini dei boss arrivano i codici e i codicilli. È un allarme singolare, quello che Rodolfo Guajana lancia sul numero di “S” in edicola da sabato 19 marzo: in un’intervista rilasciata a Riccardo Lo Verso, della quale LiveSicilia.it può svelare un’anticipazione, l’imprenditore che si è ribellato al racket ricostruisce la rinascita della sua azienda dopo l’incendio appiccato da Cosa nostra. Una rinascita che, per l’appunto, rischia di essere bloccata dal piano regolatore del Comune di Palermo, visto che l’area nella quale sorge il suo nuovo capannone è destinata a uffici pubblici: “Non possiamo toccare nulla – racconta Guajana a ‘S’ -, neppure per costruire una piccola stanza. Ho chiesto una deroga al Comune, ma l’amministrazione prende tempo”.

Sono passati quattro anni, da quell’incendio. Sono cambiati i governi regionali, è cambiata persino la mentalità di una città che sembrava non essere in grado di alzare la testa. Da allora anche la vicenda dell’azienda di Guajana si è evoluta: la giunta guidata da Totò Cuffaro ha iniziato l’opera, trasferendo a Guajana un capannone che negli anni Sessanta ospitava la fabbrica della Bianchi, e poi quelle presiedute da Raffaele Lombardo l’hanno completata, garantendo all’imprenditore le agevolazioni che gli hanno permesso di comprare a titolo definitivo l’immobile e ristrutturarlo.

Adesso Guajana si fa testimone di una ribellione nelle scuole. “Mi piace raccontare la mia esperienza ai giovani – dice -. Non sono un maestro, sono un testimone. Forse è per questo che gli piaccio. Mi stanno a sentire e mi riempiono di domande. Hanno un grande rispetto per quello che ho fatto”. Ma, per carità, non chiamatelo eroe: “Come me ce ne sono altri. Vogliamo solo lavorare”. Burocrazia permettendo.


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