CATANIA – Una condanna a 17 anni e 4 mesi di carcere e il risarcimento di 805 mila euro nei confronti del carabiniere Giovanni Sebastiano Grasso. A meno di cinque mesi dalla rissa scoppiata nella Parrocchia di Santa Maria degli Ammalati durante la cerimonia religiosa della Prima Comunione culminata con lo sparo che ha colpito al collo il vicebrigadiere è arrivata la sentenza del gup Stefano Montoneri nei confronti dell’imputato Camillo Leocata. Un primo scoglio giudiziario che chiude – con il rito abbreviato – una drammatica vicenda che ha avuto come teatro il sagrato della chiesa della frazione acese. La miccia che ha fatto esplodere la violenza è stata l’assegnazione dei posti per sorteggio: le famiglie rispettivamente della mamma e del papà – – separati – di uno dei ragazzi che quella sera dovevano ricevere il santo sacramento hanno litigato perché uno stava davanti e l’altro dietro. Già all’inizio del rito liturgico è stata avvertita la tensione, poi sembrava che la cosa si fosse smontata. Ma verso la fine della messa gli animi si sono riaccesi ed è stato allora che Camillo Leocata, nonno paterno del bimbo, è andato a prendere la pistola nell’abitazione vicina e quando ha visto qualcuno mettere le mani addosso al figlio ha sparato. Il proiettile ha ferito gravemente Grasso che – fuori dal servizio- non ha esitato ad aiutare il colleghi intervenire per sedare la rissa ed evitare il peggio. Quella pallottola purtroppo ha segnato per sempre la vita del carabiniere.
Camillo Leocata è stato arrestato nell’immediatezza dai militari. Quei momenti concitati e violenti sono stati anche immortalati dalle telecamere. C’è anche un video amatoriale dove si sentono le pistolettate, le grida, la paura e la fuga.
Il pm Andrea Norzi aveva chiesto al gup la condanna a 20 anni nei confronti dell’imputato accusato di tentato omicidio aggravato. Alla fine, il giudice per le udienze preliminari ha condannato Leocata, escludendo la recidiva, a 17 anni e 4 mesi di carcere. Il gup ha condannato l’uomo anche al risarcimento del danno – si legge nel dispositivo letto poco fa – nei confronti delle parti civili costituite del quale rimette le parti davanti al giudice civile. Ha però determinato una provvisionale immediatamente esecutiva di 805 mila euro a favore di Grasso e di 20 mila euro a favore del Ministero della Difesa – Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri. E per questo ha disposto il sequestro conservativo dei beni dell’imputato. I difensori di Leocata, gli avvocati Michele Ragonese e Michele Pappalardo, impugneranno la sentenza le cui motivazioni saranno depositate tra 90 giorni.