La Sicilia nel mirino de "L'Arena" | Ardizzone: "Populismo puerile" - Live Sicilia

La Sicilia nel mirino de “L’Arena” | Ardizzone: “Populismo puerile”

Un momento della puntata.

Al centro del talk i vitalizi dei parlamentari regionali. Dura la replica del presidente dell'Ars.

LA TRASMISSIONE DI GILETTI
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PALERMO – Sicilia ancora protagonista della puntata de “L’Arena” di Massimo Giletti su Rai Uno. Al centro del talk i vitalizi dei parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana e il caso di Riscossione Sicilia. Ospite in studio il capogruppo di Forza Italia, Marco Falcone, e in collegamento da Catania il presidente di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo. Una puntata che ha provocato, però, l’immediata reazione del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone: “Abbiamo assistito a uno show di populismo puerile da parte di un gruppo politico (Forza Italia, ndr) che sta cercando di rifarsi una verginità perchè non ha più alcuna autorevolezza etica”.

Partendo dal caso del repubblicano Biagio Susinni, ex deputato regionale, “che è stato otto anni all’Ars e che ha versato 80 mila euro di contributi a fronte di un vitalizio già riscosso di 600 mila euro”, spiega il conduttore Giletti, Falcone ha raccontato di aver presentato “tre proposte di legge per la riduzione dei vitalizi, ma tutte e tre non sono state prese in considerazione”. “L’Assemblea – ha proseguito il capogruppo di Fi – nel 2015 ha impegnato la Presidenza a rivedere i vitalizi, ma l’Ufficio di presidenza non ha fatto ancora nulla”. “Sarebbe ipocrita dire che mi sento in colpa – ha concluso Susinni – la legge mi garantisce questa indennità”.

Gioacchino Vizzini, vicepresidente degli ex deputati siciliani, ha detto: “L’Ars non deciderà di cambiare politica sui vitalizi, non decideranno mai contro i loro interessi. Io, nello specifico, prendo quattromila euro netti al mese”. Di tono contrastante e più duro l’intervento del parlamentare regionale di Forza Italia intervistato, Riccardo Savona: “I 90enni che prendono l’assegno del vitalizio? Uccideteli! Così non lo riceveranno più”.

 

Il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone

Immediata la replica del presidente di Palazzo dei Normanni, Giovanni Ardizzone. “L’Arena di Giletti ritorna per l’ennesima volta ad attaccare la Sicilia e l’Assemblea regionale siciliana con un’informazione faziosa”. Lo scrive su Facebook il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, a seguito della trasmissione di Rai Uno. Ardizzone accusa anche il capogruppo di Forza Italia all’Ars, Marco Falcone, di “essersi prestato al gioco di massacrare la Sicilia con affermazioni giuridicamente inesistenti che sgomentano sul piano dell’onestà intellettuale. Capisco – scrive Ardizzone – che vi sono partiti che, in vista delle elezioni, tentano di rifarsi una verginità politica e morale, ma almeno lascino in pace la Sicilia”.

Parlando con Livesicilia, Ardizzone aggiunge: “È tutta demagogia quella che abbiamo visto in Tv quest’oggi. È nient’altro che il puerile tentativo di cavalcare il populismo tipico di questi anni, che però crolla se si considera che si tratta di illazioni provenienti dal gruppo politico che sul piano etico più lascia a desiderare. Sono arrivate proprio da Forza Italia – ricorda il presidente dell’Ars – le maggiori resistenze, per esempio, all’applicazione dell’articolo 28 del codice penale per cui chi ha subito una condanna con interdizione dai pubblici uffici, ivi compresi i condannati per mafia, perde il diritto a qualunque assegno a carico dello Stato”.

“Quelle di Falcone sono illazioni prive di fondamento perché dovrebbe sapere bene che si tratta di una normativa nazionale. E Laura Ravetto – conclude Ardizzone – farebbe un servizio più utile alle Istituzioni se intervenisse presso il suo di Parlamento, quello nazionale, piuttosto che prestarsi a questi giochi da campagna elettorale”.

Nel corso della trasmissione, si è parlato anche del caso di Riscossione Sicilia, di cui nei giorni scorsi si è occupato anche Livesicilia. “Il buco provocato da tasse inevase ammonta a 52 miliardi di euro. 30 miliardi non recuperabili perché ormai prescritti – ha detto Fiumefreddo – ma ne restano da recuperare 22 miliardi”. “I politici siciliani hanno lasciato che a pagare fossero solo i cittadini. L’Ars mi ha denunciato perché ho pignorato le indennità dei politici che non hanno pagato le tasse”, ha proseguito il presidente di Riscossione Sicilia.


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