"La Sicilia prima di tutto" | Il programma di Ciro Lomonte - Live Sicilia

“La Sicilia prima di tutto” | Il programma di Ciro Lomonte

Architetto, è candidato col movimento "Siciliani liberi": "Iniziato un processo di ribellione".

Verso le amministrative
di
3 min di lettura

PALERMO – Sulle note dell’inno della Sicilia, cantate in piedi dalla platea di un cinema nel centro di Palermo, si è aperta questa mattina la campagna elettorale di Ciro Lomonte, architetto e candidato a sindaco del movimento Siciliani Liberi. Lomonte ha presentato la squadra che lo affiancherà nella corsa a Palazzo delle aquile e il suo progetto politico indipendentista, basato sul rilancio delle botteghe del centro e su un forte impulso all’edilizia.

È un progetto politico che marca la distanza dai partiti “colonialisti”, quello di Lomonte e di Siciliani Liberi. Il candidato sindaco ribadisce più volte la necessità di un cambio di classe dirigente, che sarebbe asservita ai partiti di Roma: “Dietro questo movimento non c’è nessuno, c’è il popolo palermitano, e vinceremo per questo – dice Lomonte – Qui abbiamo iniziato un processo di ribellione, e anche se è sabato grasso si accorgeranno che non scherziamo”. Il cambiamento, per Lomonte, arriva dall’orgoglio di essere siciliani: “Fino al 1861 qui stavamo bene, nessuno emigrava, anzi venivano da fuori per imparare come si lavorava nelle nostre botteghe”. Un orgoglio che serve a fare uscire la Sicilia dalla cultura degli aiuti esterni, e che passa per la riscoperta delle feste locali. Lomonte cita il caso del festino di Santa Rosalia, che lui vorrebbe riportare a prima dell’unità d’Italia: “Il festino era qualcosa a cui partecipava tutta la cittadinanza, ma poi fu impedito e ripartì come festicciola popolare. Andrebbe riscoperto”.

Ma il rilancio di Palermo non passa solo dalle manifestazioni locali. Lomonte parla di sostegno alle famiglie, di stop al tram e di una gestione delle aziende partecipate basata sul merito. Molto il tempo che il candidato dedica alle misure per accrescere la ricchezza: “Per sconfiggere la mafia, che è un prodotto dello stato italiano, dobbiamo semplicemente dare lavoro ai nostri giovani”. Per riuscirci Lomonte mette in programma agevolazioni agli imprenditori locali, soprattutto rimuovendo gli ostacoli burocratici, e un forte impulso all’edilizia, con grandi progetti per ridisegnare il territorio della città, soprattutto in periferia. Lomonte risponde anche alle voci secondo cui avrebbe in mente di abbattere lo Zen: “Non vogliamo abbatterlo, vogliamo riqualificarlo. Significa che costruiremo palazzi migliori e ci abiteranno le stesse persone”. Il candidato sottolinea poi che la necessità di alloggi a Palermo è ancora alta e che lui cercherà di soddisfarla, ma con tolleranza zero per gli abusivi.

Creare nuovi luoghi per passare il tempo libero e liberare il centro dalla movida è un altro degli obiettivi di Lomonte. Per combattere l’intasamento di alcune vie il candidato pensa a nuovi spazi in cui coinvolgere i giovani, in modo da lasciare il centro alle botteghe, “il vero motore della città”. Proprio per questo Lomonte dichiara di volere dire basta ai grandi centri commerciali moderni.

Dopo la presentazione del programma, Ciro Lo Monte ha presentato i candidati consiglieri comunali che lo affiancheranno nella corsa a Palazzo delle Aquile. Una squadra fatta di professionisti, ingegneri, persone provenienti dal settore del marketing, dottorandi in filosofia e casalinghe.

Alla manifestazione è intervenuto anche il fondatore del movimento Siciliani Liberi, Massimo Costa, che ha delineato lo scenario più grande in cui si inserisce la candidatura di Ciro Lomonte. Siciliani Liberi, dice Costa, rappresenta quella parte di siciliani che vogliono liberarsi dei partiti italiani, “incompetenti, corrotti, e colpevoli di alto tradimento dello Statuto regionale e dei diritti naturali dei siciliani”. Una politica che avrebbe programmato le cose per lasciare la Sicilia improduttiva. La soluzione di Costa, dunque, è istituire una zona economica speciale in Sicilia, per la totale libertà tributaria e politica dell’isola: “All’Italia rimarrebbero le competenze agli esteri e alla difesa. Per il momento”. Ed è in questo che Siciliani Liberi si stacca completamente dagli altri partiti siciliani: “non si può lasciare la zona economica a questa classe politica, che per anni ha fatto la spola da un partito all’altro e oggi si reinventa al di sopra dei partiti. La nostra classe politica è nuova”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI