"La stop al vitalizio di Cuffaro? | Una "furbata" di Ardizzone" - Live Sicilia

“La stop al vitalizio di Cuffaro? | Una “furbata” di Ardizzone”

Il segretario generale dei Cobas Codir, Dario Matranga

Per i sindacati, la divulgazione di quella notizia è solo un "goffo e scadente tentativo di sopire le polemiche scoppiate in questi giorni relativamente agli stipendi d'oro del personale dell'Ars. A Palazzo dei Normanni si applichi la legge sulla trasparenza".

Cobas Codir e Sadirs
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PALERMO – Sadirs e Cobas/Codir, i sindacati maggiormente rappresentativi del pubblico impiego regionale, giudicano una “furbata e porcata istituzionale”, un atto di “ipocrisia politica”, l’informazione divulgata in questi giorni della sospensione del vitalizio dell’ex deputato e presidente della regione Salvatore Cuffaro.

A giudizio dei sindacati, infatti, la notizia diffusa ad effetto proprio in questi giorni dal presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, appare come un goffo e scadente tentativo di sopire le polemiche scoppiate in questi giorni relativamente agli stipendi d’oro del personale dell’ARS, distraendo così l’attenzione dell’opinione pubblica dalla vera questione: l’inaccettabile mancanza di trasparenza dell’ARS stessa, legittimata in questo da leggi che non prevedono l’applicazione della normativa in materia per l’amministrazione del parlamento regionale siciliano.

Se i deputati vogliono porre fine all’omertoso atteggiamento tenuto sino ad oggi in materia di sperperi e stipendi faraonici, riconquistando la fiducia dei cittadini – continuano i sindacati Cobas/Codir e Sadirs – approvino nella prima seduta utile, un semplicissimo articolo che estenda all’ARS l’applicazione della legge regionale 5/2011 (cd. Legge Chinnici) che si applica già in tutte le pubbliche amministrazioni siciliane.

Infatti, la legge Chinnici sulla trasparenza (http://www.gurs.regione.sicilia.it/Gazzette/g11-16/g11-16.pdf) ha lasciato, in modo inequivocabile, una zona grigia, un’area franca nascosta ai cittadini, una “torre d’avorio” in cui in nome della privacy è legittimo persino segretare e non pubblicare i redditi del personale così come, invece, avviene per tutti i rami della pubblica amministrazione italiana e siciliana.


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