Casini non piace al Pd: | "Incompatibili col centrodestra" - Live Sicilia

Casini non piace al Pd: | “Incompatibili col centrodestra”

Dopo la decisione del leader centrista di riavvicinarsi a Berlusconi, i democratici insorgono. Gucciardi: "Il nostro progetto di governo era un altro". Ferrandelli: "Subito vertice di maggioranza". Il presidente Crocetta cauto: "Parliamone dopo il congresso". Ma qualche alleato suggerisce: "Perché non aprire anche al Nuovo centrodestra di Alfano?"

PALERMO – Il passo a destra di Casini riaccende gli animi nella maggioranza di Crocetta. Rischia di rimescolarne le carte. Di scontentare qualcuno. Di aprire inaspettatamente a qualcun altro. Di diventare argomento centrale al congresso Pd oltre che al tavolo del prossimo rimpasto di governo. Il leader dell’Udc ha annunciato il proprio “ricongiungimento” col centrodestra. Proprio mentre i centristi siciliani tengono in piedi una maggioranza di centrosinistra. E adesso, che si fa?

Le idee chiare sembra averle il Partito democratico. Il capogruppo Baldo Gucciardi, ad esempio, ha sottolineato l’incompatibilità tra il partito che il deputato trapanese rappresenta all’Ars, e il centrodestra: “Negli anni passati la politica del centrodestra – ha detto infatti il capogruppo Pd – ha prodotto in Sicilia danni profondissimi le cui conseguenze emergono oggi in tutta la loro gravità. L’alleanza fra Pd e Udc alle scorse regionali era fondata proprio sulla volontà comune di voltare pagina: è evidente che se a Roma si sancissero nuove alleanze stabili che vanno nella direzione opposta al nostro progetto, – ha aggiunto – un minuto dopo il Pd siciliano aprirebbe un ragionamento sulla maggioranza che sostiene il governo regionale”.

Un avvertimento chiaro, insomma. Se l’Udc a Roma decide di riabbracciare il Cavaliere, bisognerà rivedere la composizione della giunta. Da dove, secondo i democratici di area renziana, l’Udc dovrebbe uscire subito: “L’abbraccio di Casini con Berlusconi – ha detto il deputato regionale Fabrizio Ferrandelli – pone l’Udc siciliana fuori dalla maggioranza di governo della Regione. La politica è infatti il regno del possibile e la Sicilia laboratorio politico per antonomasia, ma non si governano i processi di cambiamento con l’ambiguità, l’incoerenza, le geometrie variabili e maggioranze camaleontiche in giro per l’Italia. Le persone non lo capirebbero ed io per primo. Chiedo pertanto una verifica urgente di maggioranza. L’Udc ha scelto di costruire la nuova destra, – aggiunge – e il Pd siciliano ne deve prendere atto. Noi abbiamo come orizzonte un’alleanza tra riformisti e democratici, e quindi le strade non si incontrano. I Siciliani hanno bisogno di una politica chiara, coerente e di progetti di trasformazione, non di trasformismi”.

Dello stesso tenore le dichiarazioni dell’altro parlamentare renziano all’Ars, Gianfranco Vullo secondo cui “la sortita di Casini ha conseguenze anche in Sicilia. Certamente – spiega Vullo – non sarà il presidente Crocetta a tirare la corda ma la coerenza deve essere un valore che accompagna la scelte che, ovviamente, in politica possono cambiare. Del resto – aggiunge Vullo – voglio ricordare che l’Udc come noi del Pd ha sostenuto in Sicilia un governo fatto di tecnici. Laddove il presidente Crocetta volesse allargare la maggioranza parlamentare è del tutto chiaro che i partiti dovranno esprimersi sui nomi da inserire in giunta. Credo che i migliori tecnici per un nuovo governo siano proprio i politici. Ed a quel punto – conclude Vullo – l’Udc dovrebbe giustificare il suo appoggio ad un governo politico sostenuto dal Pd di Renzi”.

Anche il candidato alla segreteria Fausto Raciti si fa sentire: “La Sicilia paga ancora oggi a caro prezzo le scelte della politica berlusconiana. È evidente che fra il PD e il centrodestra non possono immaginarsi alleanze organiche e stabili. Dunque se l’Udc a Roma fa una scelta di campo opposta alla nostra, questa è destinata ad avere effetti anche in Sicilia, a cominciare dall’alleanza che sostiene il governo regionale”.

Un’idea, a dire il vero, condivisa anche da pezzi di centrodestra: “Meglio tardi che mai. Il ritorno di Casini e di una parte dell’Udc nel centrodestra – ha dichiarato il senatore di Forza Italia Giuseppe Ruvolo – è sicuramente una buona notizia. Certo, avremmo preferito che l’amico Pierferdinando avesse seguito il nostro percorso di coerenza nel centrodestra, ma tant’é. Sarebbe comunque utile alla causa – prosegue Ruvolo – una sorta di ravvedimento operoso di Casini, dal momento che ad oggi sostiene convintamente i governi Letta e Crocetta. Gli elettori di centrodestra apprezzerebbero sicuramente la scelta di coerenza se togliesse loro il sostegno”

Sulla questione, il presidente Crocetta è cauto: “Io credo – ha detto – che sia utile attendere il congresso del Partito democratico. Dopo quella data, fisseremo una riunione con tutti gli alleati e in quella sede porteremo avanti una verifica delle alleanze”.

Ma le prospettive in questo caso potrebbero essere davvero sorprendenti. Gli scenari, infatti, potrebbero essere essenzialmente tre. Il primo, prevede l’addio al governo dell’Udc, come suggerito dai renziani. Il secondo, il mantenimento della situazione attuale, dopo un chiarimento col partito democratico. Il terzo potrebbe invece portare a una ipotesi del tutto “inaspettata”. L’avvicinamento dell’Udc al centrodestra, infatti, potrebbe aprire anche, ad esempio, al nuovo partito di Alfano le porte del governo. Del resto, dalla questione precari a quella riguardante la Finanziaria, lo stesso Crocetta ha più volte evidenziato la sintonia col ministro degli interni.

Ma il governatore oggi dribbla la questione: “Mi sembra che il coordinatore regionale Giuseppe Castiglione abbia detto chiaramente che il suo partito vuole restare all’opposizione”. Ma il nuovo “esperimento Sicilia” è caldeggiato da qualche alleato. È il caso, ad esempio, del deputato Drs Marco Forzese, tra i più vicini al presidente della Regione: “La Sicilia – dice Forzese – è stata sempre un laboratorio. Ma vorrei ricordare che in occasione delle elezioni regionali, il partito centrista ha rinunciato alla candidatura di D’Alia, sposando il progetto di Crocetta. Ogni invito a lasciare l’esecutivo, oggi, quindi, mi pare prematuro. L’Udc deve rimanere nel governo, nel contesto, però, – puntualizza il parlamentare – di un aggiustamento che preveda l’ingresso in giunta anche di Articolo 4, Drs e Megafono. Lo stesso Crocetta – prosegue Forzese – ha accennato in passato all’idea di un progetto sperimentale, che coinvolgesse anche il Nuovo centrodestra di Alfano. Ecco, un progetto sperimentale che includesse anche alcune forze tradizionalmente di opposizione potrebbe essere la risposta alle esigenze dettate dalla crisi che coinvolge cittadini e imprese, come ha ricordato ad esempio, la stessa Confindustria. E non dimentichiamo – ha concluso Forzese – che Alfano è un siciliano”. Per il collega dei Drs Edi Tamajo “la scelta sul sostegno al governo Crocetta deve essere presa dai vertici dell’Udc, cioè da Pierferdinando Casini e da Gianpiero D’Alia, atteso che con Crocetta hanno raggiunto un accordo elettorale. Per quello che riguarda noi Drs – prosegue il parlamentare – è evidente che non ci poniamo il problema. Per noi vale il sostegno all’azione di risanamento della Sicilia prodotta da Rosario Crocetta con la maggioranza che ci vede partecipi. Conta più l’azione rigorosa di una buona amministrazione che qualsiasi polemica politica”. Ma la polemica, probabilmente, è solo all’inizio.


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