PALERMO- Quell’albero di Natale, in fondo, è uno specchio. Meglio di lui, anzi, meglio delle polemiche sconfortanti che gli sono fiorite intorno, niente sta raccontando Palermo nella sua interezza. La città del prestigio (cit) e dell’effimero. Che, in tempo di pandemia, affolla le sue strade, scatta foto e si sfida all’ultima pernacchia per un un incolpevole addobbo floreale, scelto come bersaglio.
Giusta la chiacchierata minima, con la sottolineatura, in parte sorridente, di forme discutibili e di probabili inefficienze dell’amministrazione. Corretto il paragone con l’inappuntabilità, per esempio, degli addobbi del Teatro Massimo. Come si può, a pochi metri, concepire pitture tanto diverse della medesima festività? Ma l’anatema è un’altra cosa. Di troppo. E non c’era nemmeno bisogno di un tale stratagemma per prendersela con il sindaco pro tempore. C’è tutto il resto. E parla da sé.
La vera storia dell’albero
Intanto, a questo punto, raccontiamola, per bocca dell’assessore comunale al Verde, la vera storia dell’albero della discordia. “Le risorse quest’anno erano pari a zero”, dice Sergio Marino, assessore ‘al verde’ in più sfumature di significato. Che ha il pregio di trattare la vicenda, per primo, con sincerità e ironia. “Dunque, non avevamo praticamente fondi per l’albero – spiega l’assessore – e si è cercato di fare fronte lo stesso, con qualche ritardo, individuando un abete a Piano Battaglia”.
Ma questo è l’anno della scalogna, come si era già capito: “Giorno nove dicembre – continua l’assessore – nel prelevarlo, l’albero prescelto è crollato e si è frantumato. Si è trovata allora la soluzione di un cipresso che ai palermitani non è piaciuto, perché ricorda i cimiteri. Abbiamo, infine, ripiegato su un bellissimo, e sottolineo bellissimo, cedro atlantico delle Madonie. Una meraviglia. C’è stato qualche disguido con la ditta delle luci, abbiamo fatto del nostro meglio, ma in giro ho visto anche foto che, secondo me, erano fake. Comunque – sospira Sergio Marino – lo abbiamo sistemato e non è Natale, se non c’è polemica sull’albero…”. Risulta ancora di più chiarissimo che l’ignaro si è preso addosso altre colpe ed è diventato, col suo profilo a sghimbescio, lo sfogo di un rancore che i palermitani nutrono per l’amministrazione, considerate le condizioni della capitale, tra munnizza, ciaffico, marciapiedi sgarrupati, bare sovraffollate, etc etc etc…
Le reazioni e le polemiche
Le reazioni e le polemiche non sono, come si sa, mancate, anche se, in qualche caso sono apparse sguaiate. O è necessario ricordare perché questo non è un Natale normale? Una sintesi salace, in calce a una foto, l’ha scritta Roberto Alajmo: “In questo momento ci sono problemi più che gravi. Però noi a Palermo sappiamo sempre come suscitare il buonumore della popolazione”. Giuseppe Barbera, professore ordinario della materia ed ex assessore, ha scritto, dal canto suo: “Il nuovo albero del Politeama è un cedro dell’Atlante. La foto che gira mostra una forma poco credibile. Nessun cedro assume un portamento simile. O è una rara mostruosità vegetale o una foto malevola.In ogni caso non si scherza con gli alberi”. Vero, gli alberi, perfino a Palermo, sono innocenti. Almeno loro.