CATANIA. Michele Boldrin sceglie Livesiciliacatania come prima tappa del suo viaggio alle falde dell’Etna. Docente alla Washington University di Saint Louis è, assieme a Sandro Brusco, Alessandro de Nicola, Oscar Giannino, Andrea Moro, Carlo Stagnaro e Luigi Zingales tra i sette promotori del movimento “Fermare il declino”. Nato sul finire dell’estate scorsa, conta già qualcosa come 40 mila “adepti”. Fare sicuro e idee politicamente non convenzionali, Boldrin spiega le ragioni di una battaglia appena all’inizio: “Partiamo da un assunto – dice – va azzerato tutto. Chi ha permesso che arrivassimo a questo punto? E’ stata la nostra classe politica che, a questo punto, deve essere mandata a casa: deve essere spazzata via. Non ci sono altre strade, non ci sono altre soluzioni”. La ricetta è, dunque, quella di ricominciare da zero: ma lo stesso lo propongono pure i grillini. Dove stanno, allora, le differenze? Ecco la risposta del professore Boldrin: “Loro fanno protesta ma alla politica vanno offerte idee nuove, persone e comportamenti: la protesta da sola non porta da nessuna parte. Il declino dell’Italia è sotto gli occhi di tutti: abbiamo il compito di arrestarlo. Noi ci stiamo mettendo la faccia, stiamo spendendo le nostre energie. Devo dire che, sino ad oggi, la risposta nei nostri confronti è stata davvero superba. Sintomo che questa politica ha stancato e noi stiamo dando risposte”. Un movimento già trasformatosi in soggetto politico che sarà presente al rinnovo del consiglio regionale del Lazio e poi alla tornata per l’elezione del parlamento nella prossima primavera.Ma va, intanto, registrato anche il “contatto” con Italia Futura di Montezemolo.
Azzerare per ripartire, quindi. Con la spina principale che rimane quella dei conti e delle finanze dello Stato: “Vanno tagliate tutte le spese inutili – prosegue Boldrin -; venduto con un Piano serio quel patrimonio che lo Stato non riesce più a valorizzare considerando anche le quote di controllo di Eni, Rai, Finmeccanica Trenitalia e tutto il resto. Via alle doppie pensioni, ai privilegi, ai sussidi alle grandi imprese: lo Stato italiano va rivoltato”. Già. Rivoltato come un calzino. Il manifesto di “Fermare al declino” è stato tracciato.