L'affetto tenero per Pippo, il niente crudele per una bambina

L’affetto tenero per Pippo, il niente crudele per una bambina

I funerali e il silenzio

La Sicilia, l’Italia, il mondo, condensati nel cuore di Militello Val di Catania, hanno tributato a Giuseppe Raimondo Vittorio Baudo – meglio noto come Pippo – il sacrosanto e dovuto affetto. (nella foto)

C’è chi, in questi giorni di lutto, ha provato a sminuire o, magari, a sbeffeggiare una figura immensa. Fiato minoritario e sprecato. Pippo Baudo resterà impresso nella memoria come il gentiluomo che era. La sua qualità professionale è stata un calco della sua empatica, grandissima, umanità.

Nello stesso intarsio di tempo, a Palermo, è morta una bimba della Guinea, ricoverata all’Ospedale dei Bambini. Era stata alla deriva, secondo la cronaca fin qui disponibile. Un’ampia indifferenza che ricorda il niente, un’omissione crudele, salvo l’amore eccezionale e le parole di qualcuno, ha accompagnato la sua dipartita.

La tragedia si è aggiunta al terribile naufragio di Lampedusa, con una neonata tra le vittime.

Piangiamo per chi sentiamo vicino. Abbiamo avvertito una prossimità affettuosa per Pippo Baudo. Ma, tantissimi, hanno voltato le spalle a quella bimba, a quei martiri delle migrazioni, dispersi nel cuore di troppi.

Perché accade? Per una condivisa e vergognosa narrazione deumanizzante delle persone migranti, soprattutto. Un virus che ha attecchito nel corpo sociale, provocando danni immensi. Pure i dotati di sensibilità, semplicemente, guardano altrove.

Abbiamo dimenticato il valore sacro della sofferenza. E noi siciliani siamo tra i più colpevoli. Non ricordiamo il dolore patito quando eravamo noi quelli da scacciare, secondo una predicazione razzista, messi all’angolo e deumanizzati. Siamo, ancora oggi, vittime di pregiudizio.

Come possiamo recuperare un approdo? Rischiando il mare aperto di visioni meno ristrette, dando ascolto alla nostra anima che resta generosa. Andiamo a cercarla quella bambina sperduta, con i suoi compagni di sciagura. E chiediamole perdono per non averla idealmente abbracciata, quando era il momento di farlo.

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