L'aggressione e il timpano rotto | "Vi racconto la mia notte di paura" - Live Sicilia

L’aggressione e il timpano rotto | “Vi racconto la mia notte di paura”

Parla il giovane picchiato da una baby gang in via Maqueda: "Preso di mira senza alcun motivo".

IL RACCONTO DELLA VITTIMA
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PALERMO – “E chista è a prima. Sono state le sue parole dopo avermi colpito alla testa, di spalle. Stavo inviando un messaggio alla mia ragazza quando sono stato raggiunto e aggredito”. Inizia così il racconto dell’incubo di un diciassettenne palermitano, il giovane studente preso di mira da una baby gang in pieno centro città lo scorso fine settimana. Il ricordo di quella sera doveva essere gioioso, invece sarà per sempre molto amaro.

Aveva appena partecipato alla cena di fine anno con i suoi compagni di liceo e i professori, in un ristorante che si trova a pochi metri dal Teatro Massimo. Poi i ragazzi avevano deciso di fare una passeggiata nella vicina via Maqueda, che alle 23,30 era ancora invasa dai passanti. Proprio lì, nei pressi di un negozio di articoli sportivi, è successo il peggio, basti pensare che la notte si è conclusa all’ospedale, visto che il ragazzo ha riportato la doppia perforazione del timpano.

“Quando sono stato colpito – racconta – gli ho chiesto cosa stesse facendo, perché mi avesse aggredito. Ero sconvolto e dolorante. Lui si è allontanato per chiamare i rinforzi, un gruppo di ragazzi tra i sedici e diciassette anni che si trovava poco distante. A quel punto, io e i miei compagni abbiamo cercato rifugio in un locale nelle vicinanze, ma loro ci hanno raggiunti”. L’aggressore però non si sarebbe intimorito: “Senza alcun motivo ha continuato ad inveire nei miei confronti – prosegue il ragazzo – ma per fortuna è stato bloccato dal personale del ristorante in cui abbiamo trovato riparo. Da lì ho chiamato il 113 e quando gli agenti sono arrivati ho raccontato tutto quello che era successo. Poi è giunta un’ambulanza che mi ha trasportato al Civico, dove sono stato operato l’indomani”.

Il diciassettenne è molto amareggiato, racconta ancora con paura quei momenti concitati: “La cosa peggiore è stata l’indifferenza della gente che si trovava lì. Via Maqueda era piena di persone, quando sono stato colpito e l’aggressore è inizialmente scappato, nessuno mi ha aiutato. A quanto pare tutto è cominciato mentre io mi trovavo ancora all’interno del ristorante, con i professori. Fuori, una delle compagne sarebbe stata importunata, ma io non sono stato coinvolto. Una volta usciti, mi hanno preso di mira senza alcun motivo”.

Una notte di paura che per fortuna non ha provocato danni irreparabili: “Sono ancora sotto choc, ma l’intervento è ben riuscito e spero di rimettermi presto. Certo, resta il grande dispiacere per ciò che è successo e mi auguro che questi ragazzi vengano individuati presto, perché un episodio del genere potrebbe a questo punto ripetersi”.

D’altronde, in via Maqueda, si tratta dell’ennesima aggressione nel giro di pochi mesi. A finire nel mirino di una banda di malviventi, ad aprile, anche un 44enne che stava facendo jogging. In quel caso si trovava all’altezza dell’Arco di Cutò, nei pressi della stazione centrale. L’uomo è stato accerchiato da cinque giovani, compresa una donna, e malmenato senza un apparente motivo. Le indagini per rintracciare gli aggressori sono ancora in corso.


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