Potrebbe essere nelle immagini, riprese dalla telecamere esterne di videosorveglianza dei negozi della zona, la verità sulla tragica morte di Noureddine Adnane, l’ambulante marocchino morto sabato, dopo essersi dato fuoco per protesta davanti a una pattuglia di vigili urbani che gli aveva sequestrato la merce.
I carabinieri della sezione di polizia giudiziaria, che hanno ricevuto la delega di indagine sul caso dal procuratore aggiunto Maurio Scalia, esamineranno le riprese delle telecamere per verificare se, come hanno detto alcuni testimoni ai media, la polizia municipale non è intervenuta a fermare il marocchino. La magistratura, che sul caso ha aperto un fascicolo di atti relativi, ha deciso anche di delegare l’esame dei testimoni e ha acquisito la relazione dei vigili urbani. Acquisita anche la cartella clinica compilata al Civico, dove l’uomo è morto; non si farà invece l’autopsia sul corpo perchè il medico legale ha accertato che a causare la morte del marocchino sono state le ustioni. ”Non c’è ancora un’ipotesi di reato individuata – ha detto Scalia -. Prima di muoverci con iscrizioni di fascicoli aspettiamo di capire come sono andati i fatti”.
Fonte: Ansa.