C’è questa amica virtuale che si ammala di Coronavirus. E da quel momento diventa una presenza vera. Lei racconta sui social la sua esperienza, Lo fa per darsi coraggio e per darlo. Lo fa per narrare come si combatte una battaglia estremamente difficile. Pubblica le foto della finestra dell’ospedale. Cielo terso, anche se siamo al Nord. Ma il panorama dentro è plumbeo, piovoso.
I primi giorni sono molto complicati, con momenti duri da sperimentare. Ma dalla cronaca di quella stanza ospedaliera traboccano coraggio e voglia di vivere. Tanti iniziano a seguire questa amica virtuale che, ormai, è una presenza in carne e ossa. Ti svegli pensando: come starà? Ti addormenti pregando per lei, anche se è da tanto che non lo facevi.
La battaglia, appunto, è seria. Ci vogliono risorse. Ci vuole speranza. I medici, i nostri meravigliosi medici – un giudizio da estendere a tutto il personale sanitario – le stanno accanto come una famiglia. Pure questa amica è un medico. Così, lotta con la consapevolezza. Lei sa.
Poi scrive: “Sono tornata a casa, grazie a tutti”. E ti viene voglia di ballare da solo. Tante persone sono morte, purtroppo. La strada è lunga. Ma tantissimi ce la fanno. Questa amica che ritorna a se stessa, alla sua esistenza, è un po’ come l’arcobaleno che annuncia che la tempesta finirà. Oggi è domenica, il giorno della speranza. A Palermo c’è il sole.