L’Ars si arena sulle 'marchette' | E ora in vacanza fino a settembre - Live Sicilia

L’Ars si arena sulle ‘marchette’ | E ora in vacanza fino a settembre

La maggioranza teme il ko: l'Assemblea mette nel cassetto il ddl con contributi a pioggia. L'assessore Messina protesta.

PALAZZO DEI NORMANNI
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PALERMO – L’Ars si arena sulle ‘marchette’. Oggi a Palazzo dei Normanni si sarebbe dovuto discutere il ddl collegato della commissione Cultura ma quando sembrava che si dovesse andare al voto è arrivato lo stop. E così dopo una conferenza dei capigruppo il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè ha dato l’annuncio: l’Ars chiude per ferie. Si torna il due settembre, data in cui torneranno a riunirsi le commissioni. Sala d’Ercole invece riaprirà il 10 settembre, giorno in cui ci sarà la prima riunione d’aula dopo le vacanze.

La maggioranza, insomma, si arrende di fronte all’assenza di un accordo e probabilmente anche dei numeri. Tensioni che sarebbero cresciute di fronte all’intenzione del neo assessore al Turismo Manlio Messina di utilizzare, attraverso il proprio assessorato, i circa tre milioni previsti in un capitolo sulla “destagionalizzazione”: sarebbero serviti anche per finanziare eventi estivi, sagre, spettacoli.

Così, salta tutto. E adesso la musica dovrà cambiare. Almeno questa è l’intenzione del presidente Miccichè. “Non posso pensare di riaprire i lavori – ha infatti spiegato – riprendendo l’esame di tutti i collegati che aspettano di essere discussi. Ammetto – ha concluso – che ho sbagliato a consentire questa strada”. Così il mese di agosto servirà al titolare di Palazzo dei Normanni per arrivare a una soluzione che eviti che l’Ars passi tutto l’anno a votare mini finanziarie. Miccichè si è assunto con il presidente della commissione Bilancio Riccardo Savona un mandato di scopo per realizzare un unico, ultimo collegato, nel quale saranno condensati gli articoli dei vari ddl stralcio varati dalle commissioni che richiedono d’essere trattati con maggiore urgenza. Poi si passerà alle riforme di settore prima fra tutti quella dei rifiuti e poi sarà di nuovo l’ora della finanziaria. Ma ormai sarà arrivato l’autunno.

La soluzione adottata dal presidente dell’Ars con i capogruppo di maggioranza e opposizione però non deve essere stata molto gradita al governo regionale dato che l’assessore regionale al Turismo Manlio Messina, a margine dei lavori d’aula ha commentato: “Così i teatri chiuderanno”. Qualche altro deputato invece sembra accogliere con favore l’esito della capigruppo. “Il marchettificio – ha commentato Vincenzo Figuccia – non ha retto e si è infranto su sè stesso. Spero che a settembre si riparta dai temi dello sviluppo della Sicilia a partire dal lavoro mettendo da parte i micro interessi delle varie parti”.

Critico invece il Partito democratico con il capogruppo all’Ars Giuseppe Lupo. “Siamo di fronte all’esito di un disastro annunciato – ha detto -: il Parlamento chiude in anticipo perché ostaggio dell’inconcludenza e della tracotanza del governo e della maggioranza. Nella presunzione di approvare la finanziaria senza esercizio provvisorio- ha continuato -, il governo Musumeci ha paralizzato il parlamento per i sei mesi successivi con una serie infinita di ‘collegati’. Una melina estenuante ortata avanti al solo scopo di non volere affrontare i veri nodi della Regione e le riforme che servono alla Sicilia, lasciando al palo le misure urgenti per il sostengo alle imprese, ai comuni ed ai servizi per i cittadini”.

“Tanto lavoro per nulla – hanno commentato invece i deputati del M5s -. Miccichè-Penelope disfà tutto quanto fatto nelle commissioni di merito dell’Ars, dimostrando il proprio fallimento e, visto che la maggioranza era sfilacciata e senza numeri, preferisce rifugiarsi sotto l’ombrellone per evitare il prevedibilissimo naufragio di gran parte delle norme e delle marchette inserite nel collegato alla Finanziaria della quinta commissione. Il sipario del teatrino dell’Ars – hanno proseguito i deputati Cinquestelle – si riaprirà con un maxi-collegato che sarà disegnato ad hoc sui desiderata dei vari deputati, con la speranza di portare a casa il più alto numero di marchette possibile. Evidentemente, ancora una volta, hanno fatto i conti senza il Movimento 5 stelle”.

Il ddl collegato che Sala d’Ercole doveva esaminare, come già raccontato da LiveSicilia, sembra essere il modo con cui l’Ars ha riportato alla luce la Tabella H. Nella Sicilia dei tagli, il ddl, puntava a creare nuove fondazioni e musei, a consentire l’acquisto e il restauro di immobili, ma soprattutto a erogare risorse, contributi per tutti. Sfogliando il fascicolo degli emendamenti al testo sembrerebbe che l’assalto alla diligenza non c’è stato ma il nodo su cui i deputati si sono divisi è stato sugli emendamenti “fuori sacco” rimasti segreti e cioè gli emendamenti aggiuntivi che ogni parlamentare ha nel frattempo presentato e che riguardavano le esigenze più disparate: dall’Irfis, ai fondi per l’aeroporto di Comiso, proprio in questa partita ogni deputato ha fatto il suo.

Eppure nel ddl collegato della quinta c’erano norme che avevano messo d’accordo maggioranza e opposizione. Ad alcuni articoli infatti non è nemmeno stato presentato un emendamento soppressivo. È stato il caso ad esempio dell’acquisizione fra gli immobili della Regione del Complesso monumentale Santa Margherita di Sciacca, dei provvedimenti in favore dei lavoratori ex Pumex, della norma per l’indennità aggiuntiva agli ispettori del lavoro, dell’articolo per la riapertura del Teatro Samonà di Sciacca.

Per i restanti articoli, invece i deputati hanno detto la loro presentando, nel caso dell’opposizione, parecchi soppressivi, ma non a tutti gli articoli. All’articolo 1, ad esempio, e cioè l’articolo che prevedeva i fondi a favore dei Comuni in cui ci sono siti Unesco, sono state proposte numerose modifiche che vorrebbero eliminare, aggiungere o modificare i comuni destinatari, come se ci fossero siti più patrimonio dell’umanità di altri. Emendamenti sono stati presentati anche agli articoli che riguardavano il museo del vino e del Nero d’Avola, la strada degli scrittori e i castelli federiciani. E infine, chiaramente a dividere i deputati sono stati i contributi agli enti antimafia e ai teatri. Di tutto questo però, a settembre, potrebbe rimanere poco o niente.


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