CATANIA – Entrano a far parte del processo per l’assassinio del segretario Dc Paolo Arena i verbali di sopralluogo redatti subito dopo l’omicidio nel 1991. La Corte d’Assise di Catania, dopo il parere favorevole del pm Marco Bisogni, ha dato il consenso alla richiesta dei difensori dei due imputati Gaetano Nicotra (assistito dagli avvocati Vittorio Basile e Salvatore Vitale) e Nino Rivilli (assistito dall’avvocato Francesco Antille) di acquisire gli atti.
Un carteggio che ripercorre i rilievi fatti sulla scena del crimine negli attimi successivi all’efferato delitto di Misterbianco. Che per quasi 30 anni è rimasto senza colpevoli.
La svolta è arrivata dal pentimento di Luciano Cavallaro, esponente del clan Nicotra (i Tuppi), che si è autoaccusato di essere una delle mani che ha assassinato una mattina di settembre del 1991 il politico della “balena bianca” a pochi metri dal Municipio di Misterbianco. L’altro killer sarebbe stato Nino Rivilli.
Il mandante invece sarebbe stato Tano Nicotra, fratello del boss ucciso nel 1989 Mario u Tuppu. Paolo Arena sarebbe stato punito per aver concesso favori (strettamente legati agli appalti) al clan rivale del Malpassotu (il boss pentito defunto Giuseppe Pulvirenti, ndr). E in particolare al gruppo di Orazio Pino, ucciso qualche tempo fa in Liguria, che seguì l’esempio del “Malpassotu” e iniziò a collaborare con la giustizia.