Lavora 16 giorni in 9 anni| Luca: “Revocare l'aspettativa” - Live Sicilia

Lavora 16 giorni in 9 anni| Luca: “Revocare l’aspettativa”

I vertici dell'Asp stanno tentando di revocare l'autorizzazione che consentirà al medico P.M.B. di usufruire di un'aspettativa per dottorato di ricerca fino al 2016 che costa ai cittadini 80mila euro l'anno.

sequestrati gli atti
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CATANIA- Dopo aver “lavorato”, grazie a permessi per malattie, congedi parentali e due aspettative non retribuite, soltanto 16 giorni in 9 anni, il dirigente dell’ospedale di Giarre P.M.P è stato premiato dall’azienda con un contratto che lo ha autorizzato, dal 30 giugno scorso, a godersi un’aspettativa retributa fino al 2016 con 7mila euro lordi al mese circa. A svelarlo a LivesiciliaCatania è direttore sanitario dell’Asp Franco Luca, che sta conducendo, insieme al commissario Rosalia Murè, un’indagine interna sul caso del dirigente medico di pronto soccorso che, negli ultimi 9 anni, è stato in aspettativa, in malattia e in congedo parentale e si è specializzato in psicologia all’Università di Messina.

I carabinieri del Nas, corpo che insieme alla Guardia di Finanza ha stipulato un protocollo d’intesa con l’Azienda sanitaria provinciale di Catania per il monitoraggio dei lavoratori hanno acquisito tutta la documentazione.

I punti centrali delle verifiche in corso riguarderebbero le tempistiche dei permessi che hanno consentito al medico di assentarsi dal lavoro, ma soprattutto l’eventuale esercizio di attività libero professionale privata. Dai principali siti internet risulta che il dottore P.M.B., assunto a tempo indeterminato all’Asp per lavorare al pronto soccorso di Giarre, sarebbe “sessuologo, psicologo e psicoterapeuta”. In molti portali viene indicato anche l’indirizzo dell’attività: Messina, luogo che coinciderebbe con la sua abitazione.

LE TEMPISTICHE. Il prestigioso curriculum del medico che è stato assunto circa un decennio addietro per lavorare nel pronto soccorso giarrese, comprende un’aspettativa per “borsa di studio” dall’1 giugno 2005 al 31 ottobre del 2008. “Riprende servizio -si legge negli atti dell’Asp- il primo novembre del 2008 e nel contempo chiede di assentarsi dal lavoro per congedo parentale fino al 3 maggio 2009”.

Ma non è finita, il medico in questione “lavora” addirittura 16 giorni dal 4 maggio al 21 maggio del 2009. Sarà stato durissimo fare il proprio dovere per così tanto tempo, tanto che il 22 maggio, dopo due settimane e un giorno di servizio, va in malattia fino al 19 luglio dello stesso anno.

E ancora, dopo la malattia ecco il miracolo: il 20 luglio guarisce improvvisamente e si mette in aspettativa “per borsa di studio” dal 20 luglio del 2009 fino al 30 giugno 2014.

La nuova delibera gli consente l’aspettativa con trattamento “economico, previdenziale e di quiescenza”, scrive l’Asp, fino al 31 dicembre 2016!

ATTIVITA’ LIBERO PROFESSIONALE? Il direttore dell’Asp Franco Luca conferma a LivesiciliaCatania che non è stata mai autorizzata alcuna attività libero professionale privata.

“Sono perplesso, ma non preoccupato: ho usufruito di permessi non retribuiti previsti dal contratto nazionale di lavoro per frequentare dei corsi di specializzazione”. Così il medico che avrebbe lavorato 15 giorni in 9 anni precisa telefonicamente all’ANSA la sua posizione. “Intanto i 15 giorni di lavoro – osserva – sono un dato inesistente perché ci sono delle pause ‘minime’ previste per legge. E’ invece vero che quando è nato mio figlio ho usufruito di cinque mesi di permesso parentale. Tutto secondo la legge”.

L’assenza prolungata dall’ospedale, secondo il medico, “non ha procurato alcun danno all’Asp3 e neppure al pronto soccorso dell’ospedale di Giarre”. “I permessi di cui ho usufruito – spiega – erano non retribuiti: io mi sono mantenuto con le borse di studio, che sono inferiori allo stipendio, e ho dovuto pagare tasse e iscrizione di tasca mia. E durante le mie assenze sono stato sostituito da una collega”.

“Adesso sono fuori Messina – sottolinea il medico – ma sono sereno. In questi anni nessun dirigente dell’Asp avrebbe firmato delle aspettative senza che fossero previste per legge. Adesso sto usufruendo dell’ultima. Questi corsi sono un arricchimento dei medici che poi li riversano sull’ospedale. Dal quale non si può andare via per anni proprio perché le nuove conoscenze ottenute con i permessi siano utilizzati per l’Azienda ospedaliera per cui si lavora. Quindi – chiosa – qual è il problema: avere rispettato la legge?”.

 

 


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