Le vendette di Cosa Nostra |Magrì e Nizza a processo - Live Sicilia

Le vendette di Cosa Nostra |Magrì e Nizza a processo

Ascoltato uno degli investigatori che si è occupato dell'inchiesta sugli omicidi Palermo, Rizzotto e Saitta.

Corte d'Assise
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CATANIA – Cristallizzate le fasi salienti delle indagini che hanno portato a individuare mandanti e killer di tre omicidi di mafia. E in particolare quelli di Lorenzo Saitta (omonimo del boss denominato “Scheletro”), ucciso nel 2006, di Francesco Palermo, boss dei Cursoti, freddato nel 2009 e di Giuseppe Antonino Rizzotto, crivellato nel 2011. Oggi nel corso del processo che si celebra davanti alla Corte d’Assise di Catania è stato sentito il maresciallo Luigi Sciuto dei Carabinieri che ha risposto alle domande del pm Rocco Liguori inerenti le attività investigative sulla delicata inchiesta della Dda, tra le quali quelle di riscontro alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia.

Alla sbarra per i tre omicidi Daniele Nizza e Orazio Magrì, due dei personaggi di maggior peso criminale della cupola santapaoliana di Cosa nostra catanese, e il collaboratore di giustizia Fabrizio Nizza. Il processo ha subito un rinvio di alcune ore per la mancanza in aula del difensore del pentito. La prossima udienza è stata fissata per il mese di settembre.

I TRE OMICIDI. Francesco Palermo muore sotto una pioggia di pallottole nel 2009 davanti alla sala Bingo di Via Caronda. Il boss dei Cursoti (capeggiati all’epoca da Pippo U Maritatu Garozzo) sarebbe stato ucciso – secondo le ipotesi della magistratura – per vendicare Giuseppe Vinciguerra, cugino del boss dei Santapaola Orazio Magrì. L’omicidio di Lorenzo Saitta, invece, per gli investigatori sarebbe un vero e proprio caso di lupara bianca. Il delitto sarebbe servito per “dare un segnale” alla vittima, che si sarebbe permesso di far sapere dal carcere che, una volta fuori, avrebbe “fatto la cinquina”, lasciando intendere che avrebbe ucciso i cinque (dei sei) fratelli Nizza.  A freddare Giuseppe Antonino Rizzotto, capo storico del Villaggio Sant’Agata, durante un incontro organizzato da Fabrizio Nizza sarebbe stato invece lo spietato Orazio Magrì. I fratelli Agatino e Salvatore Cristaudo, insieme a Giovanni Privitera (processati nel troncone abbreviato), si sarebbero occupati di far sparire il cadavere. Mai ritrovato.


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