Legittima difesa | Cosa cambia - Live Sicilia

Legittima difesa | Cosa cambia

La riforma voluta dalla Lega attende solo il voto finale della Camera

LA RIFORMA
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Rivoluzione nella “legittima difesa”. Come più volte annunciato nelle scorse settimane, la Lega ha messo mano a una delle riforme da sempre care al vice premier Matteo Salvini, e più volte auspicata da altri membri del governo giallo-verde.

La revisione delle norme attualmente in vigore sta infatti tenendo impegnata la maggioranza in questi primi giorni del 2019. Il testo modificato era già stato votato (e approvato) a fine ottobre al Senato, mentre nelle scorse ore è arrivato l’ok anche dalla commissione Giustizia di Montecitorio. Bisognerà così aspettare la prima settimana di febbraio per giungere al via libera definitivo nell’emiciclo della Camera e trasformare il ddl in legge. Ma cosa cambierà quando le nuove regole entreranno in vigore? Ecco le principali novità.

Difesa sempre legittima. Sarà lecito difendersi con un’ arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo, sia all’interno della propria casa, sia nella dimora privata altrui. Affinché scatti la “legittima difesa” non si richiede più che il malintenzionato abbia un’arma in mano, ma basterà la sola minaccia di questi di farne uso, anche se non rivolto espressamente a una persona.

Impunibilità per “grave turbamento”. Nessuna punizione verrà disposta per coloro che si difenderanno, trovandosi in manifesto stato di “grave turbamento” (in conseguenza – ad esempio – di continui atti persecutori o di stalking).

Risarcimento danni. La sospensione della pena per i ladri è prevista solo ed esclusivamente per coloro che pagheranno integralmente l’importo in denaro, relativo al risarcimento della vittima.

Le pene diventano più severe. Con la nuova legge, sarà innalzato il tetto degli anni di carcere previsti per il reato di violazione di domicilio (fino a quattro anni), per furto e scippo (fino a sei) e per rapina (fino a sette). Previsto infine anche un aumento di massimali relativi alle sanzioni pecuniarie, che passeranno da 2mila a 2.500 euro.


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