PALERMO– L’esplosivo trovato a casa di Massimo Ciancimino ad aprile 2011 era “efficiente”, i detonatori erano attivi, il pericolo di autoinnesco era limitato a forti urti o a fuoco vicino ma avrebbe creato danni a palazzi di un intero isolato. E’ questo il responso del perito Danilo Coppe, nominato dal gip Vittoria Anania per stabilire se i candelotti scoperti nella casa di via Torrearsa del figlio dell’ex sindaco mafioso di Palermo fossero realmente pericolosi. L’esplosivo, che secondo la perizia è stato importato dalla Svizzera, è stato fatto esplodere a luglio in una cava in disuso della Italcementi di Torretta, nel palermitano.
Ciancimino è indagato assieme all’amico Giuseppe Avara per la detenzione della dinamite. I candelotti sarebbero stati consegnati a Ciancimino a Bologna per convincerlo a interrompere la sua collaborazione coi pm e poi da lui trasportati in auto fino a Palermo. Il potenziale esplosivo, secondo i consulenti della Procura, sarebbe stato devastante; praticamente irrilevante, secondo i consulenti della difesa. Da qui l’esigenza di accertare tramite incidente probatorio l’effettiva pericolosità del tritolo. Ciancimino, oltre che per la detenzione dei candelotti, è indagato per concorso in associazione mafiosa nell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia e per calunnia ai danni dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro.