L'hip-pop tra pistole e droga |Mirko Miro dove "lo Stato non c'è" - Live Sicilia

L’hip-pop tra pistole e droga |Mirko Miro dove “lo Stato non c’è”

L'ultimo brano del rapper catanese è anche il soundtrack del film 'Malarazza'.

Periferie e spaccio
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CATANIA – “Non ho mai visto un pusher contento di farlo e chi vive per le strade sa di cosa parlo…”. Il rap è quello di Mirko Miro, quello che nasce nelle periferie, nei quartieri a “rischio” dove degrado, violenza, mancanza di lavoro, famiglie che sbarcano il lunario e spaccio sono all’ordine del giorno. Già, lo spaccio e i ragazzi, le mamme che cercano una strada “migliore” per i loro figli, poi le parole di una canzone che descrive i luoghi e i momenti della vita nei quartieri, ma di quelli periferici, di quelli duri, di quelli dove è una lotta per sopravvivere, di quelli dove “lo stato qui non esiste, lo vedi solo quando ci sono le sirene che lampeggiano nella notte”.

Nel 2017 scrivere e cantare di queste realtà fa riflettere. Due mondi paralleli che si incontrano solo la notte, alcuni comprano e altri vendono. Uno arroccato nei palazzi belli, quelli hi-tech e l’altro con gli specchi e gli stucchi. Forse quel pezzo di “società civile” non è poi così tanto civile. La musica, le immagini e le parole sono quelle di “Crisantemi e Rose” di Mirko Miro, il rapper catanese già protagonista di un altro brano, un mix tra rap e neomelodico, cantata con Gianni Celeste e Clementino. “Stella ‘do Cielo” ha già superato 4.000.000 di visualizzazioni.

Il brano, Crisantemi e Rose, pubblicato sul canale You Tube il 26 giugno è tratto dalla colonna sonora del film “Malarazza” di Giovanni Virgilio, con musiche originali di Giuliano Fondacaro e che ha visto impegnati nelle riprese gli attori, Lucia Sardo, Stella Egitto, Paolo Briguglia, David Coco e Cosimo Coltraro. Lo scenario del video, con immagini tratte dal film, spazia tra Librino e i suoi palazzacci, le piazze, le erbacce, i tubi dei passamano sempre arrugginiti e i ragazzi con i loro occhiali. I “picciotti” che difficilmente sorridono, con i capelli perfetti, tra SH e T-Max, i tatuaggi, gli sguardi che non abbassano mai, quelli della “Malarazza”.

E poi la Playa, la spiaggia libera della Playa, dove i muri sono scrostati e da sempre a far da sfondo è la spazzatura. Lì dove anche la sabbia sembra sporca, ma ci vai per guardare il mare, e non importa se è agitato o calmo.

 


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