“Fino a quando ci sarà anche un solo commerciante o imprenditore che paga il pizzo, dall’altro lato ci sarà sempre un mafioso che minaccerà e taglieggerà”: è questo il messaggio lanciato dai vertici delle associazioni anti-racket palermitane Addiopizzo e Libero Futuro nel corso della conferenza stampa tenutasi stamattina nei locali del comitato di Addiopizzo, locali confiscati alla mafia e che un tempo erano utilizzati come ufficio da un geometra affiliato a Cosa nostra. Il presidente di Libero Futuro Enrico Colajanni ha ribadito che l’obiettivo prioritario di tutto l’associazionismo anti-racket rimane “liberare la città dalla morsa del pizzo, una morsa che negli ultimi periodi è diventata sempre più evidente, come testimonia l’intensificarsi delle azioni intimidatorie realizzate dagli uomini d’onore che controllano il territorio palermitano”. Colajanni ha, poi, provato a tracciare una statistica dei commercianti di Palermo che ancora oggi pagano:” Si tratta di un calcolo approssimativo, ma posso affermare che circa 10 mila esercenti attualmente pagano il pizzo, mentre la quota dell’80%, di cui si è parlato spesso in questi giorni, si riferisce ai potenziali pagatori, comprendendo cioè anche quelli che sono solo raggiunti da richieste di pagamento da parte dei mafiosi.” Presentando una serie di iniziative che si terranno in questi giorni in città, soprattutto nella zona di viale Strasburgo con il coinvolgimento delle scuole e delle associazioni di quartiere, Colajanni ha parlato dei “tanti imprenditori che comparivano nei libri mastri tenuti dagli uomini di Cosa nostra e sequestrati dalle forze dell’ordine in seguito alle ultime operazioni antimafia.” Imprenditori e commercianti che operavano soprattutto nella zona di via Oreto e nel quartiere di San Lorenzo, vecchio feudo dei boss palermitano Sandro Lo Piccolo. E commentando proprio l’arresto di Giuseppe Liga, l’architetto ritenuto dagli inquirenti-stando alle dichiarazioni di diversi pentiti- il successore di Lo Piccolo alla guida della cosca di San Lorenzo, Colajanni ha sottolineato il ruolo strategico svolto, nell’economia degli interessi mafiosi, dagli affiliati dal profilo insospettabili:”Professionisti, esponenti della classe dirigente e dei vari ordini professionali che non solo risultano collusi, ma addirittura svolgono un ruolo organico alla struttura mafiosa, dei veri e propri affiliati.” Il presidente di Libero Futuro ha perciò auspicato che “oltre ai commercianti e agli imprenditori, anche questa parte delle fasce alte della nostra società prendano coscienza del problema, impegnandosi attivamente nella lotta alla cultura mafiosa, perchè solo da questa alleanza si potranno ottenere grandi risultati.” Chiara Capè di Addiopizzo ha, poi, presentato la tre giorni (da giovedì a sabato) di manifestazioni organizzate con lo scopo “di realizzare una vera e propria chiamata alle armi del popolo palermitano per combattere la battaglia al pizzo”. Sono previste azioni di volantinaggio porta a porta, presidi stabili con gazebo in viale Strasburo e una passeggiata in bicicletta nel cuore della città, da via Roma a viale Praga alla quale tutti i cittadini sono invitati a partecipare. Antonella Sgrilli, invece, ristoratrice palermitana tra le prime ad aderire al comitato Consumo Critico, ha esortato “i commercianti a non avere più paura, perchè non verranno più lasciati soli e soprattutto perchè un cambiamento di atteggiamento molto positivo viene dalla gente comune, che non si oppone più all’affissione di locandine anti-racket, ma anzi è entusiasta di queste iniziative, lanciando così un segnale assai incoraggiante per l’intera città”.
Partecipa al dibattito: commenta questo articolo